Episodio caldo e
delirante, come lo può essere New York in un giorno di piena estate, con la
storia che diventa sempre più chiara, però alla fine lascia con una sensazione
di incompleto, come se la serie volesse dire qualcosa, ma non trova le parole.

Ormai è
diventato chiarissimo che non solo le vicende, ma anche i personaggi sono
intrecciati l’uno a l’altro in modo indissolubile, e si affiancano e
spesso si sovrappongono per portare avanti la storia. Storia che ormai ha
evidenziato i suoi punti fermi, attorno ai quali le vicende di Falling Water ruotano, nella
figura del bambino biondo – il figlio di Tess – che rappresenta una sorta di messia, e nella figura della setta delle
scarpe verdi, che è legata filo doppio non solo al bambino ma anche a
tutti e tre i nostri protagonisti.
È la setta ad aver
preso – da chiarire ancora sono i modi – il bambino di Tess. È la setta a tenere
prigioniera – come sembra allo stato delle cose – la donna in rosso che Burton
sta cercando. È la setta che ha introdotto Taka nelle vicende di Falling Water. Ed è il bambino ha
rappresentare, non solo la chiave dell’intera storia, ma anche il punto di
intersezione che porterà alla collisione, ormai imminente, dei tre
protagonisti.
Questo episodio ci ha portato pure un focus proprio
sulla setta delle scarpe verdi, che di riflesso ci da un approfondimento anche sul
personaggio della donna in rosso. Insieme a Burton scopriamo che la
donna stava indagando proprio sulla setta, che a suo dire ha come scopo
quello di portare alla realizzazione di un mondo utopico, tramite proprio le
capacità di alcune persone di viaggiare nel mondo dei sogni. Ed il bambino, in
tutto ciò viene inquadrato non come uno strumento, ma come il punto di partenza,
come il messia destinato a portare la luce. Ecco, la deriva dell’utopia hippie era stata annunciata
e richiamata più volte dalle atmosfere che fin dall’inizio hanno avvolto la
setta, personalmente però, spero in un qualcosa di più del solito “vogliamo rendere un posto migliore”,
spero in un qualcosa in più della solita lotta buoni troppo buoni contro cattivi troppo cattivi. Spero che le
motivazioni che spingono le fazioni in disputa siano un po’ più complesse e
articolate.
Invece continuano ad affascinarmi i collegamenti
che ci sono tra tutti i personaggi, che li portano alle volte ad
incrociarsi, altre solo a sfiorarsi, anche in modo impalpabile o indiretto, dando
vita ad un intreccio esteticamente molto bello. Cosi scopriamo che Tess è legata a Woody e che condividono un passato comune ambientato ad Askyton,
il luogo dove la madre di Tess tiene
i suoi seminari, ed è il luogo dove ora è diretto Burton, per cercare informazioni sulla donna in rosso. E la madre
di Tess come abbiamo visto nei
passati episodi, è legata alla setta
delle scarpe verdi, setta che in modo diretto interseca le vicende di Taka, e indirettamente determina quelle
di Tess e di Burton. E per la prima volta, dopo essersi sfiorati, Tess
e Taka si incontrano, interagiscono, e questo perché trovano nella sorella di Tess il punto di
intersezione. Collegamenti e intrecci complessi, che forse rendono la storia
macchinosa, ma io non riesco a non trovarli affascinanti e vederli come il
segno di progetto narrativo complesso e ambizioso ma anche curato.
VERDETTO
Come ho detto, mi
aspettavo un qualcosa in più, non so dire cosa, ma alla fine ho avuto come l’impressione
che l’episodio volesse raccontare altro ma non ha trovato le parole adatte,
scegliendo quindi di diventare una sorta di trampolino per gli ultimi tre episodi
della serie. Episodi che sono chiamati a dare le risposte necessarie per poter
inquadrare e comprendere la big picture, e che in poche parole rappresentano la
prova del nove di Falling Water. Però detto questo, l’episodio l’ho
trovato più che positivo, perché adottando un ritmo ancora più compassato e
riflessivo, permette allo spettatore di mettere in ordine i pezzi, e allo
stesso tempo continua a a darsi una personalità, caratterizzata da toni
surreali e deliranti, che divagano verso sfumature erotiche e quasi
voyeuristiche, e offrono qualche spunto
riflessivo sulle primordiali fondamenta della psiche umana.
voto 7,5
Curiosità
Il dottore
che ha curato Tess anni prima, durante il suo blackout psichico si chiama Caligari,
omaggio – e anche richiamo rafforzativo - a Il Gabinetto del dottor Caligari,
celebre opera che rappresenta l’apoteosi dell’espressionismo tedesco, e che
tramite sublimi dualismi scava nelle profondità della psiche umana, raggiungendone
gli antri più primordiali, mettendo in dubbio la percezione oggettiva della
realtà. Concetto che tra l’altro si intreccia alla perfezione con le parole
dette dalla voce fuori campo – che in questo episodio è quella della donna dai
capelli rossi – appena prima che l’episodio finisca.
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