giovedì 1 dicembre 2016

Person of Interest 1x03 Masquerade - La Recensione



Riprendo a  distanza di quasi un mese da quando ho visto i primi due episodi il recupero di Person of Interest, sperò stavolta di riuscire a portarlo avanti in modo costante, sennò arriva il 2022 e ancora non l’ho terminato.

Si ritorna nei ranghi, ed è giusto cosi. Ma seppur rallenta il ritmo, la serie continua a sviluppare la propria mitologia, ingarbugliando ancor di più la matassa, sovrapponendo varie trame, molte delle quali sono destinate a collidere prima della fine. E la capacità della serie, di intrecciare verticale ed orizzontale, permette allo spettatore di apprezzare anche un caso del giorno che non è nulla di eccezionale, con John che veste i panni della babysitter di una ragazza che anagraficamente ha venti e qualcosa anni, ma con in dotazione il cervello di una dodicenne. Caso giornaliero azzoppato anche dall’attrice che interpreta il number, Paloma Guzman, bellissima attrice americana di origini spagnole, ma con doti attoriali di livello canino.
Come dicevo, a reggere l’episodio e a renderlo non solo godibile, ma anche interessante e coinvolgente, sono le evoluzioni di trama parallele, che stavolta vedono come protagonista la detective Carter – che riesce a trovare un’utilità in questo episodio, al contrario dei due precedenti – e il ritorno di Kara Stanton e Mark Snow (gli ex colleghi CIA di John) che avevamo lasciato a qualche puntata dal season finale della passata stagione. E questa trama, non andrà a toccare solo John e il suo passato, perché è chiaro che sta gettando le basi per una storia - che avendo come punto di intersezione Alicia Corwin (l’amica di Nathan uccisa da Root) - che molto probabilmente andrà a collidere con quella del gruppo governativo che acquistò la macchina, e forse anche con quella della stessa Root.

Ma non solo evoluzione di trama, questo episodio offre pure un evoluzione dei personaggi. Continua l’ottima caratterizzazione di Harold, che mostrando chiaramente i segni di quello che ha passato, i recenti avvenimenti ce lo restituiscono ancor più complesso e umano di prima. E della luce del personaggio di Harold, risplende anche John, e viene sottolineata e rilanciata ancora più forte la loro amicizia, che rappresenta una delle colonne portanti di questa serie. E in questo contesto intimistico dei personaggio si incastra alla perfezione, la nuova aggiunta: Bear – il cane adottato da John – che diventa non solo un supporto, una sorta di spalla per Harold, ma rappresenta anche un punto di unione e collante tra i due personaggi. Tutto ciò viene condensato ed espresso alla perfezione nella meravigliosa scena di chiusura.

Però, se Carter in questo episodio trova un ruolo importante e definito, e non si limita a fare da contorno alle azioni di John, Fusco invece sta tornando alla caratterizzazione dei primi episodi della serie. Infatti, per il breve che gli è stato concesso si è vestito dei panni del solito giullare. Spero non sia, appunto, l’inizio del ritorno al passato, perché, non metto in dubbio che il nostro detective sia divertentissimo, e in grado di regalarci alcuni dei momenti più esilaranti di PoI, però è quando viene calato nelle situazioni drammatiche che da il meglio, e anche lo stesso attore emerge meglio. Trovo poi, che si stia calcando un po’ troppo la mano sul contrappunto tra i due detective, perché va a sminuite il valore di entrambi i personaggi. Con la Carter che diventa sempre più piatta, e monotona con in bocca sempre lo stesso slogan “I’m a coop”. E Fusco invece, come dicevo, viene screditato e rilegato all’immagine del poliziotto impacciato e poco brillante. Insomma, si sta tendendo a stereotipare entrambi: l’una lo stereotipo del diligente e perfetto poliziotto americano, l’altro lo stereotipo del inetto poliziotto americano tutto panza e ciambelle.

VERDETTO

Nel complesso un buon episodio, che rispecchia perfettamente lo stile della serie.  Qualche sbavature qua e la – come le immancabili trasmutazioni di John in Bud Spencer – ma le cose funzionano, e il voto è più che positivo. La serie ritorna nel suo range, ma pur abbassando il ritmo continua ad evolvere la sua storia e i soprattutto i suoi personaggi.

voto 7,5

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