martedì 29 novembre 2016

Falling Water 1x06 The Swirl - La Recensione



Episodio chiarificatore, che con decisione mette in ordini i vari pezzi, armonizzando il tutto, e confermando la mia iniziale impressione: il progetto dietro Falling Water è pensato e ben studiato.

Tutto è collegato, pensavo fosse il mantra di Dirk Gently’s Holistic Detective Agency, ma di episodio in episodio si è rivelato essere il leitmotiv anche di Falling Water. Ogni evento è un anello della stessa catena  e rappresenta allo stesso tempo  un punto di arrivo e un punto di partenza. Ogni personaggio e collegato in modo sottile, quasi etereo, all’altro. E il risultato di questo meccanismo che abbraccia l’intero mondo che la serie sta creando, è che tutto quello che succede ed è successo, anche se alle volte le cose sono sembrate essere buttate a caso, rappresentano i punti da seguire e unire per ricostruire la big picture. E dopo questo episodio, tutti quelli precedenti, che son potuti sembrare alle volte lenti ed estremamente criptici, acquistano tutt’altro significato, il loro vero significato.
 
Come sempre la storia continua a dipanarsi su tre livelli: quello di Tess, quello di Burton e quello di Taka. E forse in questa frammentazione narrativa sta anche uno dei limiti, o se vogliamo difetti, della serie, perché rende, soprattutto per chi non apprezza lo stile, macchinosa o addirittura difficile la comprensione della storia. Personalmente però, proprio in questa frammentazione, vedo la qualità della scrittura, perché l’intera storia, o meglio la big picture, viene creata dall’evolversi parallelo delle tre storie, che anche se in modo indiretto si sono incrociate e intrecciate, e hanno segnato chiaramente un percorso che a breve le porterà a scontrarsi.

Burton è quello che prende definitiva consapevolezza di come funziona le cose, e decide di prendere di petto la situazione, affrontando Woody. Ma non conoscendo a fondo le regole del gioco, viene facilmente messo con le spalle al muro, però alla fine riesce a raggiungere il suo obiettivo, o almeno, uno dei suoi obiettivi: riesce a trovare la reale posizione della donna in rosso. La sua presa di coscienza però presenta il conto, e Burton paga da subito il contraccolpo: si sfoca la sua capacità di distinguere il sogno dalla realtà, e finisce più volte per sovrapporli.
Tess, invece grazie a un sogno pregno di surrealismo e intensissimo, riesce a fare luce – e noi con lei – sulla storia del bambino: non ha sognato di averlo, lo ha avuto, e come si suppobeva è il bambino biondo incontrato da tutti i personaggi in sogno. E la madre (di Tess) – ancora è da scoprire il perché – glielo ha portato via, per consegnarlo, presumibilmente, alla banda/setta delle scarpe verdi. Ed esteticamente, il sogno di Tess, dove interagisce con la madre, cè la parte esteticamente più bella di tutto l’episodio, e fa spiccare anche un ottima Lizzie Brocheré.

La parte di Take, è quella che personalmente mi ha preso meno – ma in generale, il suo è il personaggio che per ora ha fatto meno presa su di me – però anche le sue vicende aggiungo pezzi al puzzle che vanno ad incastrarsi perfettamente con quanto visto negli episodi precedenti: la madre è – come lo era prima di morire la sorella di – imprigionata, bloccata nel mondo dei sogni. E la presa di coscienza di ciò, da parte di Taka, ci porta due cose molto interessanti: la prima che va ad aggiungere mistero ma anche importanza alla setta guidata dalla donna di colore, i quali scopi reali rimangono indecifrabili. La seconda invece, riesce a tirare fuori un po’ di caratterizzazione dal  personaggio, mettendo in mostra la frustrazione, che diventa quasi rabbia, che prova nel vivere in quella condizione, che lo porta ad assistere un vegetale, e in contemporanea offre un ulteriore assist per il personaggio ambiguo della psicologa – la sorella di Tess – che in qualche modo sembra rappresentare una minaccia per la madre per Taka e/o per la madre.

 
VERDETTO

L’episodio più soddisfacente della serie, che mette decisamente ordina al caos, cominciando ad armonizzare il tutto, con una certa sicurezza. Personalmente sono sempre più convinta da Galling Water, e dopo gli ultimi due episodi anche più fiduciosa, perché ho intravisto nella ricomposizione della big picture una logica e una coerenza, ma soprattutto continuano ad affascinarmi molto le atmosfere, così eteree che fondono alla perfezione reale e sogno. Come continuano ad affascinarmi tantissimo il surrealismo che impregna la storia, il tanto simbolismo – che pone al centro di tutto l’acqua, che rappresenta anche una specie di conduttore, o lasciapassare tra i due mondi – e le sfumature erotiche, passionali e istintive che colorano la serie, e in particolare questo episodio.

voto 8+

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