Episodio
chiarificatore, che con decisione mette in ordini i vari pezzi, armonizzando il
tutto, e confermando la mia iniziale impressione: il progetto dietro Falling
Water è pensato e ben studiato.
Tutto è collegato,
pensavo fosse il mantra di Dirk Gently’s
Holistic Detective Agency, ma di episodio in episodio si è rivelato essere
il leitmotiv
anche di Falling Water. Ogni evento è
un anello della stessa catena e
rappresenta allo stesso tempo un punto di
arrivo e un punto di partenza. Ogni personaggio e collegato in modo sottile,
quasi etereo, all’altro. E il risultato di questo meccanismo che abbraccia
l’intero mondo che la serie sta creando, è che tutto quello che succede ed è
successo, anche se alle volte le cose sono sembrate essere buttate a
caso, rappresentano i punti da seguire e unire per ricostruire la big picture. E dopo questo episodio, tutti quelli precedenti, che
son potuti sembrare alle volte lenti ed estremamente criptici, acquistano
tutt’altro significato, il loro vero significato.
Come sempre la storia
continua a dipanarsi su tre livelli: quello di Tess, quello di Burton e quello
di Taka. E forse in questa frammentazione narrativa sta anche uno dei limiti, o
se vogliamo difetti, della serie, perché rende, soprattutto per chi non apprezza
lo stile, macchinosa o addirittura difficile la comprensione della storia.
Personalmente però, proprio in questa frammentazione, vedo la qualità della
scrittura, perché l’intera storia, o meglio la big picture, viene creata dall’evolversi
parallelo delle tre storie, che anche se in modo indiretto si sono incrociate e
intrecciate, e hanno segnato chiaramente un percorso che a breve le porterà a scontrarsi.
Burton è quello che
prende definitiva consapevolezza di come funziona le cose, e decide di prendere
di petto la situazione, affrontando Woody. Ma non conoscendo a fondo le regole
del gioco, viene facilmente messo con le spalle al muro, però alla fine riesce
a raggiungere il suo obiettivo, o almeno, uno dei suoi obiettivi: riesce a
trovare la reale posizione della donna in rosso. La sua presa di coscienza però presenta il conto, e Burton paga da subito il contraccolpo: si sfoca la sua
capacità di distinguere il sogno dalla realtà, e finisce più volte per
sovrapporli.
Tess, invece grazie a
un sogno pregno di surrealismo e intensissimo, riesce a fare luce – e noi con
lei – sulla storia del bambino: non ha sognato di averlo, lo ha avuto, e come si suppobeva è il bambino biondo incontrato da tutti i personaggi in sogno. E la
madre (di Tess) – ancora è da scoprire il perché – glielo ha portato via, per
consegnarlo, presumibilmente, alla banda/setta delle scarpe verdi.
Ed esteticamente, il sogno di Tess, dove interagisce con la madre, cè la parte esteticamente più bella di tutto l’episodio, e fa spiccare anche un ottima Lizzie Brocheré.
La parte di Take, è
quella che personalmente mi ha preso meno – ma in generale, il suo è il
personaggio che per ora ha fatto meno presa su di me – però anche le sue
vicende aggiungo pezzi al puzzle che vanno ad incastrarsi perfettamente con
quanto visto negli episodi precedenti: la madre è – come lo era prima di morire
la sorella di – imprigionata, bloccata nel mondo dei sogni. E la presa di coscienza
di ciò, da parte di Taka, ci porta due cose molto interessanti: la prima che
va ad aggiungere mistero ma anche importanza alla setta guidata dalla donna di
colore, i quali scopi reali rimangono indecifrabili. La seconda invece,
riesce a tirare fuori un po’ di caratterizzazione dal personaggio, mettendo in mostra la
frustrazione, che diventa quasi rabbia, che prova nel vivere in quella
condizione, che lo porta ad assistere un vegetale, e in contemporanea offre un
ulteriore assist per il personaggio ambiguo della psicologa – la sorella di
Tess – che in qualche modo sembra rappresentare una minaccia per la madre per
Taka e/o per la madre.
VERDETTO
L’episodio più
soddisfacente della serie, che mette decisamente ordina al caos, cominciando ad
armonizzare il tutto, con una certa sicurezza. Personalmente sono sempre più
convinta da Galling Water, e dopo gli ultimi due episodi anche più fiduciosa, perché
ho intravisto nella ricomposizione della big picture una logica e una coerenza,
ma soprattutto continuano ad affascinarmi molto le atmosfere, così eteree che
fondono alla perfezione reale e sogno. Come continuano ad affascinarmi
tantissimo il surrealismo che impregna la storia, il tanto simbolismo – che pone
al centro di tutto l’acqua, che rappresenta anche una specie di conduttore, o
lasciapassare tra i due mondi – e le sfumature erotiche, passionali e istintive
che colorano la serie, e in particolare questo episodio.
voto 8+
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