domenica 13 novembre 2016

Person of Interest 2x01 The Contingency - La Recensione



Cominciai il recupero di Person of Interest all’inizio dell’estate, ma causa mille impegni e mille altre serie tv da recuperare, riesco a riprenderla solo ora, a distanza di quasi quattro mesi. La prima stagione mi aveva lasciato con una buonissima impressione, e con tante aspettative. Felice di vedere che, almeno in questo inizio di seconda stagione, non solo si mantiene il livello del season finale ma ci sono le premesse per crescere ulteriormente.

Confesso che la cosa che più mi sorprende e più apprezzo in Person of Interest, è che, nonostante nasca come un procedurale, e viene(veniva) mandato in onda su CBS – il network più “vecchio” che esista, fossilizzato su un modo di fare TV appartenente ormai al decennio passato, e che ne sta pagando il prezzo negli ultimi anni – riesce a mixare in modo perfetto le componenti verticali ed orizzontali, e rendendo l’evoluzione della trama orizzontale l’anima della serie, utilizzando i vari casi verticali da supporto, e come strumento per l’approfondimento dei personaggi.
E in questa premiere, la serie conferma questa sua grande capacità, e invece di risolvere velocemente la situazione legata al plot centrale – come ci si poteva aspettare – si prende i suoi tempi, e continua ad espandere la sua mitologia introducendo nuovi personaggi e approfondendo ulteriormente quelli vecchi.

Si ricomincia esattamente da doveva avevamo lasciato: Root rapisce Harold, e John cerca in tutti modi di salvarlo. E se una della cose delle quali spesso mi sono lamentata vedendo la prima stagione, era la caratterizzazione troppo stereotipata di John, in questo episodio invece sono contenta di dire che ho apprezzato molto il volto umano del nostro John, che dismette gli abiti dell’eroe indistruttibile e mostra lo smarrimento, la preoccupazione per  Harold. In questo modo il personaggio viene valorizzato, risulta più profondo, diventa più facile pure empatizzare per lui, e anche l’attore può emergere molto meglio. E viene pure valorizzato il meraviglioso legame che si è creato tra i due protagonisti, cresciuto durante la stagione precedente, viene ancor di più rafforzato da questa situazione difficile. E alla fine John, aiutato proprio dalla Macchina, che mostra quasi una parvenza di umanità, riesce a trovare le tracce di Root e Harold.

E come ho detto più volte durante la visione della prima stagione, la serie riesce a portare avanti la propria mitologia senza mai snaturarsi, e tendo al centro il number del giorno, e questo episodio non fa eccezione. Perché nonostante quello è successo a Harold la Macchina continua a sorvegliare tutti quanti e sputare numeri. E ed così che abbiamo in scena il simatico tanto quanto strampalato Leon Tao – un truffatore e opportunista, che si ritrova minacciato dalla Fratellanza Ariana – che regala dei momenti veramente esilaranti. A voler trovare il pelo nell’uovo, l’unico difetto amputabile a questo episodio è la gestione frettolosa e un po’ superficiale del caso legato a Leon, ma nulla di trascendentale o fastidioso, visto che viene armonizzato perfettamente a tutto il resto, e si rivela funzionale all’evoluzione del plot, e poi non solo ci assicura quel tono leggero e divertente che io tanto apprezzo in questa serie, ma ci porta un nuovo personaggio: Bear, un meraviglioso cane belga malinois che John adotta, prendendolo a suon di pugni e calci ai precedenti proprietari.

Ma, a dominare la scena sono senza dubbio Harold e Root, quest’ultima devo dire che già mi piace un casino: psicopatica come nessun altro personaggio in questa serie, elegante e tremendamente sexy scippa il posto di antagonista anche ad Elias, il nostro boss preferito (del quale però aspetto ansiosamente il ritorno, perché rimane un personaggio che può dare ancora tanto). E il personaggio affascinante, viene interpretato alla perfezione da una bravissima Amy Acker, che riesce a tenere la scienza senza sfigurare al fianco di Micheal Emerson.
Root e Harold sono due personaggi opposti e allo stesso tempo affini, al punto che possono essere definiti i due volti della stessa moneta. Geniali e brillanti, li differenzia lo scopo che per i quali impiegano i loro talenti: Harold ha come obiettivo finale il bene degli altri, quindi un bene puro, e ritiene la vita un qualcosa di sacro. Root invece, come abbiamo visto, vende le sue capacità al migliore offerente, e non si fa alcun problema ad uccidere, però ora sembra avere un piano ben definito, che è ancora più inquietante degli omicidi su commissione: vuole trovare la macchina, e vuole renderla libera. Senza dubbio questo nuovo personaggio fa salire di molto il livello della serie, anche perché ad esso e alle sue vicende si intrecciano anche quelle del governo, o meglio di un piccolo gruppo di persone, che altri non sono quelli che hanno acquistato la Macchina da Nathan Ingram, e sono proprio sulle tracce della nostra hacker psicopatica.

Questo episodio, quasi impeccabile, è il modo migliore con il quale Person of Interest poteva dare il via ad una seconda stagione, che chiaramente mira ad alzare il tiro. E i meravigliosi flashback confermano le ambizioni della serie: perché oltre a mostrarci il modo in cui Harold istruisce la macchina, mettono in mostra una cosa molto più importante – e inquietante – la Macchina sviluppa come una specie di imprinting per il suo padrone. Imprinting che la porta ad aggirare le sue stesse regole, fatte di fredde righe di codice, per salvaguardare la vita del suo creatore. E non lo fa solo nel flashback e quindi nel passato, ma anche nel presente, nel momento in cui decide di aiutare John a trovare Harold.

VERDETTO

Se il buongiorno si vede dal mattino, questa seconda riserva grandi cose. Un episodio ottimo, che non perde tempo e porta avanti deciso gli eventi, ampliando la propria mitologia, e dichiarando fin  da subito di avere tante ambizioni. Ottimo il personaggio di Root, scombina in modo meraviglioso gli equilibri della serie, e regala grandi momenti, in cui si alternano delirio e lucida follia, e promette in modo inquietante sviluppi veramente interessanti, che potranno portare Person of Interest su un altro livello.

voto 8

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