Per come si erano
messe le cose nell’episodio precedente, si poteva pensare che in questo sarebbe
arrivato il contatto tra i tre protagonisti, ma così non è stato. E la storia
non solo torna a dipanarsi su tre livelli, ma riesce a diventare ancora più criptica
e complessa.
Acquisiscono spessore e
importanza i personaggi secondari, e diventano parti certe di un piano molto
più macchino e grande, e dei quali invece i nostri protagonisti – e noi con
loro – non sappiamo nulla. Fili sottili, relazioni trasversali, ogni cosa è
chiaramente collegate, anche se è impossibile stabilire con certezza il come e
il perché, e si continua a vivere di congetture e ipotesi più o meno valide,
come ad esempio quella sulla figura di Bill, che diventa sempre ambigua, e
i suoi veri scopi indecifrabili. Ritorna il Andy, il ragazzo
incontrato da Tess il suo primo sogno-esperimento, ma il suo ritorno non
chiarisce nulla, anzi fa tutto il contrario, perché entro la fine lo ritroviamo
ucciso e scaricato dentro un cassonetto dei rifiuti. Anche Andy, diventa una pedina, impossibile stabilire il suo ruolo, ma
come quello tutti, anche il suo percorso va ad intersecarsi con quello di altri
personaggi e nello specifico con la donna di colore sulla quale sta indagando Taka.
Ammetto che sto
faticando e non poco ad ogni episodio, non solo per mettere in ordine le cose e
dare un senso al tutto, ma anche per scrivere un commento a quello che vedo, ma
penso proprio sia questa la cosa che più mi sta piacendo di questa serie, che
invita lo spettatore a prendere parte attiva, e quasi lo sfida invitandolo a
cercare di mettere in ordine i pezzi.
Chiare ormai le parti
in gioco, che si contendo il dominio del piano onirico, criptiche e sconosciute
invece le reali intenzioni. Ancora più chiara diventa l’importanza della
figura del bambino che viaggia da un sogno all’altro – e che con molta
probabilità è il figlio di Tess – non
è campato per aria pensare che sia una specie di arma o di catalizzatore che
permetta di controllare più agevolmente il mondo onirico. E al bambino è legata la setta,
sulla quale Taka sta indagando, e alla setta è legato Andy, e dal
dialogo tra quest’ultimo e la donna di colore (che si presume guidi la setta)
si capiscono due cose: la prima è che il bambino biondo era nelle loro mani
(non si sa lo scopo, non si sa il perché, si può solo speculare) e che lo
vogliono riprendere – forse si potrebbe pure dire salvare – da chi lo ha
rapito; la seconda è che molto probabilmente la misteriosa setta e Bill siano
in contrasto. Ma a rendere il tutto indecifrabile sono le immagini, viste tramite
gli occhi di Burton mentre sogna, in cui il bambino e nelle mani di quello che
è uno dei suoi capi nella realtà, o un suo alterego onirico. I fili conduttori
diventano sempre più chiari, però allo stesso tempo diventa sempre più
difficile inquadrare la storia e i personaggi, complice anche l’eccessiva
frammentazione della narrazione, che continua a svilupparsi su tre livelli, che
dopo il breve momento di contatto avvenuto nell’episodio precedente, continuano
ad evolvere in modo apparentemente parallelo.
Falling Water continua a dipanare la sua storia in modo criptico, spesso etereo,
rendendo impossibile formulare un ipotesi che armonizzi e faccia quadrare
tutto. I personaggi continuano a viaggiare tra i due mondi, e anche se
cominciano a prendere coscienza di quello che accade, si trovano nella nostra
stessa identica situazione: sono completamente spaesati, si muovo a
tentoni lungo un percorso incerto e indefinito. La loro realtà si fonde
con quanto vedono in sogno, e incontri avvenuti nei loro sogni, diventano
premonizioni di incontri che faranno nella realtà.
Di ipotesi ne ho
tante, ma inutile cercare di armonizzarle e adattarle in questo momento, ancora
ci sono tante, troppe cose da conoscere, però se questo modo che la storia ha
di evolvere, personalmente mi sta affascinando tanto, allo stesso modo
rappresenta un pericolo per la serie stessa, perché arrivati quasi a metà della
prima stagione ancora non c’è nulla di chiaro, mancano scopi e moventi, e tutto
continua ad essere avvolto dal caos.
VERDETTO
L’episodio, ancora più
impregnato degli altri di surrealismo e simbolismo, mi è piaciuto, ed ho
apprezzato particolarmente la resa estetica di alcune sequenze. Anche se come ho
detto mi aspettavo una qualche armonizzazione della storia, e l’arrivo di
qualche risposta, che però non c’è stata, tutt’altro la storia è riuscita a
diventare ancora più complessa e contorta. Poco male per me, perché continua ad
affascinarmi e non poco, ma so che molti telespettatori invece stanno perdendo
voglia e pazienza proprio per lo stesso motivo.
voto 7,5
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