domenica 13 novembre 2016

And Then There Were None - La Recensione



Senza dubbio il miglior adattamento televisivo di un’opera di Agatha Christie: rimane fedele al romanzo senza andare a snaturare inutilmente la storia, si concede solo qualche licenza necessaria per dare un tocco di colore moderno al tutto.

Messa in scena veramente eccellente, con una regia e soprattutto dei montaggi da manuale, che hanno dato vita a sequenze non sono belle ma anche molto eleganti, come le esteticamente meravigliose contrapposizioni tra le bugie raccontate dai personaggi e i flashback nei quali viene mostrata la realtà dei fatti. Ho apprezzato moltissimo la fotografia, sublime, ha valorizzato al massimo le stupende ambientazioni naturali, e grazie a un magistrale gioco di luci, ombre e sfumature, ha reso alla perfezione l’atmosfera di catastrofe e tragedia incombente che avvolge questa storia. Semplicemente eccezionale l’intero cast che ha dato vita ai personaggi creati dalla Christie. Ma non solo la qualità tecnica, anche quella narrativa è ottima: la storia fin dal primo minuto avvolge lo spettatore, tenendolo sulle spine, mantenendo alta la tensione fino alla fine – anche per chi, come me ha letto il libro e ne conosce l’evoluzione – tenendo, in poche parole, incollati allo schermo.

Particolarmente riuscita la caratterizzazione dei personaggi. Tutti e nove i protagonisti vengono ben delineati ed inquadrati, grazie a poche scene, pochi dialoghi, ben studiati e ben contestualizzati. E questo è la dimostrazione di come, anche in una serie tv, non siano necessarie puntate su puntate – con il rischio che comportano di portare a macchinazioni pesanti e/o eccessivo didascalismo - per avere una buona caratterizzazione dei personaggi. Ma coincisa e asciutta è l’interra narrazione, che non si perde mai in giri a vuoto e non attraversa momenti morti, ma in modo elegante e sapiente dipana il suo racconto.

Per quanto riguarda i contenuti della storia, non ci sono grandi stravolgimenti, la miniserie rimane fedele all’opera originale, si prende alcune licenze, effettua alcune modifiche – sui personaggi e il loro passato – che sono necessarie per rendere avvincente e coinvolgente la trasposizione. Sul finale invece si poteva fare meglio: non volevo e non era necessario un spiegone eccessivo – perché si sa, gli spiegoni sono il male della buona narrativa televisiva, perché rendono inevitabilmente pesanti e didascaliche sia le serie tv che i film – però un approfondimento sul modo in cui l’assassino sia venuto a conoscenza delle colpe e dei peccati dei nove piccoli indiani, sarebbe stato gradito perché funzionale alla storia, ed avrebbe evitato che lo spettatore, si appoggiasse al libro per avere queste risposte. E sicuramente si poteva anche costruire scenicamente meglio l’epilogo finale, ma nulla di trascendentale, visto che nel complesso funziona tutto ottimamente.

voto alla miniserie 8,5

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