Con tantissimo ritardo
comincio il recupero di Person of Interest, l’opera con la quale Jonathan Nolan
cinque anni fa, entrò nel mondo delle serie tv.
Non è il pilot più
movimento che abbia visto, e all’apparenza sembra presentare una serie un poco anonima,
che si distingue dalla montagna dei procedurali CBS per la particolarità di
prevenire il crimine invece che risolverli. Però, intrinsecamente ha una sua
profondità, e con la presentazione dei personaggi e delle dinamiche mostra di
avere un buon potenziale.
A fare da miccia e
pure fiammifero a tutta la storia è l’undici
settembre e lo spettro del terrorismo nato quel giorno. È proprio l’undici
settembre che porta i nostri protagonisti, l’ex CIA John Reese (Jim Caviezel) e
il misterioso miliardario Harold Finch (Michael Emerson)
Le vite di entrambi
sono state cambiate dalla caduta delle Torri Gemelle: John, decise di ritornare
nelle forze armate che aveva lasciato da poco perdendo così l’amore della sua
vita. Harold, cominciò lo sviluppo e la costruzione della Macchina. Macchina
che è a tutti gli effetti il terzo protagonista di questa serie, ed è il fulcro
della storia:
You are being watched. The government has a secret system, a machine that spies on you every hour of every day. I know because I built it. I designed the machine to detect acts of terror but it sees everything. Violent crimes involving ordinary people, people like you. Crimes the government considered "irrelevant." They wouldn't act, so I decided I would. But I needed a partner, someone with the skills to intervene. Hunted by the authorities, we work in secret. You'll never find us, but victim or perpetrator, if your number's up... we'll find you.
Ed è dalla Macchina che prende vita anche la
struttura stessa della serie. Ogni episodio è legato a un number, e al nostro
duo di disadattati spetta il compito di scoprire se il numero sia la vittima o
il carnefice, e agire di conseguenza. Ad accompagnarli in questo viaggio ci sono i personaggi della
detective Carter, che sembra decisa ad acciuffare John e il detective corrotto
ma di buon cuore Fusco.
Ma questa Macchina, creata
da Harold ha il potenziale per portare questa serie oltre il procedurale, oltre
il singolo episodio verticale. È una fonte pressoché infinita di spunti e idee,
e oltre agli sviluppi di trama, la sua stessa “esistenza” con i “suoi milioni di occhi e milioni di orecchie”
con cui guarda e ascolta tutti, è un invito quasi provocatorio a riflettere
sull’eterno dilemma: il fine giustifica i mezzi? E sembra volerci raccontare di
un’America che spaventata è pronta a sacrificare sull’altare della sicurezza e
del bene superiore ogni diritto alla privacy.
VERDETTO
Tutto sommato
positivo, e si possono tralasciare alcune scelte narrative che sembrano andare
a combaciare così alla perfezione da sembrare forzate. La serie può offrire
tanto, il potenziale non manca. Le cose che più mi sono piaciute:
-
La Macchina,
fonte che può generare infinite trame e sottotrame, e può offrire molti spunti
di riflessione, che vanno oltre lo schermo televisivo e si adattano
perfettamente alla nostra realtà.
-
Michael
Emerson con il suo Harold Finch, un personaggio che può nascondere infinite
sfaccettature, e invita, invoglia a voler scoprire tutti i misteri che lo
avvolgono.
-
La leggera
brezza Orwelliana che si respira, che se incanalata nella giusta direzione può
trasformarsi in un uragano così travolgente da risucchiare lo spettatore
all’interno della storia.
-
La struttura
portante su cui si regge la serie, prevenire il crimine, basandosi sui numeri e
sull'incompletezza dell'informazione lo diversifica dai soliti crime
procedurali.
-
Il
confezionamento è buono. La tecnica di produzione se si manterrà costante è di
buon livello.
- Last but not
leas New York a fare da sfondo alla storia, e si sa, la Grande Mela è sempre un
valore aggiunto non da poco!
Le cose che non mi
sono piaciute:
-
John Reese,
l’attore che lo interpreta mi piace, e il personaggio è simpatico e ha il suo
perché e dona quel tocco fumettistico che non guasta, però il rischio di
cliché, stereotipi e “già visto” è dietro l’angolo se non viene gestita bene la
sua evoluzione.
-
La detective
Carte, con lei si rischia ancor di più di cadere nel cliché del già visto, se non
trova la giusta quadratura.
-
I ritimi, per
essere un pilot decisamente troppo bassi.
Quindi pilot non dei
migliori, ma promosso e con tante aspettative, legate oltre ai contenuti della
serie, anche al nome del suo produttore.
Voto 7,5
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