Il motivo principale
per il quale l’ho iniziata (questa estate) è che le serie con protagoniste
donne cazzute e sexy mi acchiappano parecchio! E poi, in estate, il trash è
molto piacevole, perfetto direi. Si, perché di trash in
questa serie ce ne è tantissimo. Un trash assurdo, barocco, ma piacevole...
Wynonna Earp è una
produzione Statunitense/canadese, di genere Horror/Fantasy/Western, tratta da
un fumetto, che io non ho letto, quindi non saprò dire quanto la riproduzione
sia fedele.
Racconta la storia
della giovane Wynonna Earp, discendente del leggendario pistolero Wyatt Earp,
che si ritroverà a combattere le forze demoniache che infestano la cittadina di
Purgatory.
La serie, con questo
Pilot, mette le mani avanti: non è nulla di straordinario!
La tecnica di
realizzazione è accettabile, ma niente di più. Ma la storia sembra essere intrigante, e in
grado di intrattenere piacevolmente. Leggera, con una generosa dose di trash, per
me è una di quelle serie adatte al periodo estivo o di magra, da guardare senza
pretese per riempire quaranta minuti.
L’episodio è scivolato via velocemente,
regalando alcune scene che sono delle vere e proprie chicche del trash: su
tutte la sorellina di Wynnona, che per rimarcare la proprietà sul territorio e
il ragazzo adultero, fucile alla mano, irrompe in una camera da letto sparando
alla cieca.

Viene introdotta la
protagonista, cominciando anche a raccontarne il passato. La caratterizzazione
però risulta sommaria, e il personaggio sa un bel po’ di già visto.
Ragazza problematica,
ribelle, costretta fin da piccola a badare a se stessa, diventa una donna
cazzuta, cinica, ma dall’immancabile buon cuore. E per il funerale dello zio,
che poi si scoprirà essere ucciso dai demoni, ritorna dopo anni a Purgatory, la
cittadina dove è nata.
Senza dubbio, la parte
più interessante, è quella riguardante la maledizione degli Earp, che si
abbatte su ogni erede che compie ventisette anni, e quindi su Wynonna. Scontata
invece la dinamica che la porta a stravolgere i suoi piani, e le fa prendere la
decisione di rimanere a Purgatory. Frettoloso e buttato a caso il modo in cui,
in meno di ventiquattro ore viene reclutata e diventa un agente speciale del
corpo dei Marshall.
Ho trovato interessante
il Marshall, che sembra essere ben informato sul mondo demoniaco. Ancora più
interessante l’uomo del mistero, che dalla mano direi, è lo stesso che è uscito
dal pozzo, dal quale Wynonna aveva recuperato la pistola magica che era
appartenuta a Wyatt Earp. Pistola che ha il potere di uccidere i demoni, e che
merita due parole: Wynnona la buttò anni prima, quando la fattoria in cui
viveva con il padre e le due sorelle fu attaccata dai demoni. A seguito di quest’attacco, la sorella
maggiore, e naturale erede degli Earp, Willa venne rapita dagli stessi demoni.
E sempre nello stesso attacco perse la vita il padre, ucciso erroneamente da
Wynonna proprio con la pistola “magica” nel tentativo di salvarlo.
Le tragedie, i drammi,
sono il modo migliore per tirare fuori una caratterizzazione profonda dai
personaggi, ma qui a quanto pare non hanno sfruttano bene l’espediente. Anzi,
come per la scomparsa della sorella, il tutto sembra molto superficiale, e
molto lontano dalle dinamiche interne che dipingono il personaggio di Wynonna.
L’unica cosa che emerge, è il senso di inferiorità di Wynonna nei confronti
della sorella rapita.
Ma, Wynnona con tutti
i suoi cliché e tutte le esagerazioni narrative che ne derivano, tutto sommato
mi piace. È simpatica, è sexy, è cazzuta. Come mi piace Melanie Scrofano, l’attrice
che la interpreta.
Molto belle ed
evocative le atmosfere e l’ambientazione, che cercano di dare vita a un western
dai toni horror.
VERDETTO
Pistole che volano e
cadano nel punto esatto dove devono cadere, proiettili che fanno centro tracciando
diagonali perfette come fossero palle da biliardo, calci volanti, cliché
narrativi a non finire... insomma il trash e la tamarragine la fanno da padroni,
e credo proprio sarà il tratto caratteristico della serie, che alcuni forse
chiameranno “lato fumettoso” .
Comunque nel complesso
non mi dispiace, e la storia mi ha incuriosito abbastanza per proseguire la
visione, ma consapevole di cosa sto andando a guardare. Non è una serie da
prendere sul serio, è più un guilty pleasure. Si guarda con molto piacere nei pigri giorni d’estate,
nelle sere “morte”, ma senza tante pretese.
E certo, non è neppure una serie sul quale scrivere una recensione ad
ogni episodio. Ci scriverò a stagione conclusa, per dare un giudizio
complessivo (se ci arriverò)
Voto 5,5
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