Un altro buon
episodio. E devo dire che, dal settimo in poi è stato un crescendo, non molto
intenso, ma costante. E questo modo di progredire si adatta perfettamente alla
natura della serie, che è bene ricordare, è pur sempre un procedurale.

Fusco pure è chiamato in causa, è come al solito, se c’è lui c’è anche quella ventata di allegria che va a stemperare l’atmosfera. Però, lo ripeto ancora, sarebbe il momento di dare al suo personaggio la stessa importanza che stanno alla Carter, perché, per quanto apprezzi l’allegria che porta Fusco alla serie, soprattutto nei siparietti con John – che non sono mancati neppure in questo episodio – continuando su questa strada, di episodio in episodio, sembra sempre più macchietta.
La struttura del caso
stesso è interessante, anche se tira in ballo ancora una volta, un argomento
tanto caro a tutte le serie tv americane: il marcio e gli intrallazzi tra la
politica e Wall Street, che per quanto sia molto interessante, e nonostante gli
anni, sempre attuale, risulta sempre meno originale. A rendere vincente questo caso, è senza dubbio
la struttura insolita, che ci mostra i nostri, come abbiamo detto, intenti a
proteggere ben quattro numeri. Infatti, i numeri dati dalla Macchina, sono
vittime, in quanto ingenuamente si sono appropriati di una grossa somma di
denaro “sporco”, e naturalmente i legittimi proprietari la rivogliono indietro,
e così comincia una caccia all’uomo. E dei quattro, il team ne perde due,
riuscendo a salvare solo le due sorelle. Ma arrivati alla conclusione del caso,
il rush finale è una esplosine di adrenalina, dove prendono vita un susseguirsi
di plot twist che tengono con gli occhi incollati allo schermo.
Perché mentre John e
Harold lavorano sui numeri, in parallelo si evolve la storia della Carter. Che
dopo, gli avvenimenti dello scorso episodio le cose non si sono messe tanto
bene per lei. Anzi, gli affari interni, arrivano al punto di sospettare che lei
sia in combutta con “l’uomo con la giacca”, e che la sua caccia sia tutta una
farsa, e per questo motivo, viene temporaneamente rilegata a lavoro d’ufficio.
Ma il bello deve ancora venire! Fanno l’ingresso in scena gli ex colleghi CIA
di John, che proprio a causa delle indagini avviate dalla Carter, hanno appreso
che, il nostro John e tutt’altro che morto.
Cercano quindi di
usare la Carter per arrivare a John. Raccontano qualcosa sul suo passato, e
viene menzionata ancora una volta la partner di John - apparsa nel flashback di
qualche episodio fa - dicendo, che è stata uccisa proprio da John. Ora, quante
e quali siano le cose vere, ancora non ci è dato sapere, ma la Carter,
strumentalizzata, finisce per consegnare loro John.
Ed è cos che gli
ultimi minuti diventano un inferno per i nostri, ma una goduria per lo
spettatore! La Carter porta gli angenti della CIA da John, il quale però, anche
se ferito, riesce a fuggire, e raggiungere Harold, che come un indemoniato
raggiunge le vicinanze del luogo dell’imboscata. E proprio mentre i nostri due
eroi stanno per fuggire arriva la Carter che, dopo aver raccolto gli occhi, che
le sono schizzati fuori dalle orbite nel vedere Harold, il testimone che
interrogò qualche episodio addietro, decide di lasciarli andare. E l’episodio
si conclude lasciano tante domande in sospeso, e generando un notevole
interesse per quello successivo.
VERDETTO
Un episodio molto
buono, strutturato alla perfezione! Che collega in modo magistrale il caso del
giorno al plot centrale. Ma oltre questo, ha mostrato molti altri pregi, primo
su tutti, l’evoluzione del rapporto tra Harold e John, che da partnership
lavorativa, sta diventando sempre di più una solida amicizia, e la scena finale
lo testimonia. Ci viene detto qualcosa in più sul passato di John, e si crea un
nuovo mistero attorno alla sua partner defunta. L’avrà uccisa veramente lui?
E infine, non meno
importante, dopo quanto accaduto, è inevitabile che ci sia un ulteriore
sviluppo nel rapporto che lega la Carter al nostro Team.
Da menzionare poi la
scelta perfetta della colonna sonora per le scene finali, e approfitto per dire
che, le colonne sonore sono un punto forte di questa serie. Sempre azzeccate e
mai una fuori posto.
C’è anche qualche
difetto, come ad esempio la scelta di ridurre in condizioni critiche John, scelta inutile, quasi banale e da flimetto,
perché non può generare alcuna ansia, la risoluzione è scontata. Ma valutando
il complesso generale si possono facilmente perdonare.
Voto 7,5
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