Titolo evocativo di
origine indù, il pesce più grande mangia quello più piccolo, che può essere
ritrovato anche nell’atavica legge della natura, secondo la quale ogni
predatore diventa preda.
Arrivata ad un passo
dalla fine, si può affermare che la serie è maturata molto. È andata oltre
quelle che sembravano le apparenze – e anche i limiti – viste nei primi
episodi. Ha costruito una mitologia, ha trovato una identità. Ha saputo far
crescere anche i suoi personaggi, e ha dimostrato di non voler solo raccontare
una storia, ma di voler scavare tramite le vicende narrate dentro l’essere
umano, per tirarne fuori e mettere in mostra, la parte buona e la parte brutta
presente in ognuno.
Stavolta ci ha raccontato di quanto facilmente corruttibile siano le
persone. E di come l’ingordigia rende capaci di uccidere, ma allo stesso tempo
rende anche molto ingenui, perché dice bene John, il problema nel fare il cattivo è che ci sarà sempre qualcuno più
cattivo di te.
L’episodio parte
tranquillo, ma lungo i quaranta minuti accade veramente di tutto. Il number sul quale è costruito il caso è
una guardia giurata, che frustrato e stanco di trasportare e proteggere le
ricchezze degli altri, si convince che il mondo intero è in debito con lui, e
allora decide di allungare la mano per prendere quello che gli spetta. E nel
farlo non esita ad uccidere pure il suo collega e amico, e anche i suoi
complici, ma non ha il tempo neppure di gioire per il colpo riuscito, che finisce
vittima della Matsya Nyayam, e per
mano della sua amante, la stessa che lo ha convinto a fare il colpo. Ma il
cerchio della Matsya Nyaya, continua,
e anche lei finisce per essere mangiata da un pesce ancora più grosso: il
capitano Lynch, l’uomo dell’HR, che uscito di scena Elias cerca di rastrellare
soldi, imponendo la protezione ai commercianti, o come in questo caso fornendo
gli uomini e gli appoggi per il colpo. E John testimone impotente per una
volta, viene salvato da un eroico Fusco – che sta crescendo di episodio in
episodio – che uccide a sua volta Lynch, dimostrandosi lo squalo della
parabola.
E al caso vengono
affiancati una serie di flashback molto affini, che approfondiscono il passato
di John e ci preparano al finale dell’episodio. John e la sua partner Kara,
vengono mandati in Cina per una missione di cruciale importanza, e dietro
questa missione che avrebbe dovuto portare entrambi alla morte, c’è pure
Alicia, la donna che ha mediato la vendita della Macchina tra il governo e
Nathan. Ecco che così gli elementi che
apparivano completamente sconnessi cominciano ad essere ordinati, e ogni
personaggio, ogni evento è collegato da un filo sottile ma resistente, che se
da una parte mette ordine nella storia, cominciando a dare le prime risposte,
dall’altra infittisce ancor di più la matassa, perché per ogni risposta
ricevuta, un’altra domanda si pone. L’obiettivo primario della missione era
quello di recuperare un dispositivo informatico contente un virus letale, ma le
cose si ingarbugliano di colpo, non per John che all’epoca non ne era
conoscenza, ma per noi spettatori, quando uno dei cinesi, prima di essere
ucciso da Kara, dice: sono venuti a
prendere la Macchina. La nostra
Macchina? e chi? Ecco! Ora si che le cose si fanno più complicate e più
interessanti. Ci sono nuove domande alle quali per ora è difficile, se non
impossibile dare una risposta. E alle tante trame già aperte se ne aggiungono
delle altre, e l’hype, l’interesse attorno a questa serie cresce a dismisura.
Ma, torniamo ai
flashback e alla missione in Cina, che aveva anche un obiettivo secondario: a
John viene ordinato di ritirare Kara, di ucciderla perché compromessa. Ma lo
stesso ordine viene dato anche Kara, quindi è chiaro che lo scopo della
missione era quello di recuperare il dispositivo, e per evitare ogni possibile
complicazione eliminare chiunque vi si fosse avvicinato. Sappiamo che John è
sopravvissuto, perché anche se ha esitato nello sparare alla sua partner (lei
invece non viene meno all’ordine, e il nostro John per poco non finisce vittima
della Matsya Nyaya), riesce a
mettersi in salvo. Ma come dicevo questa è storia nota, la sorpresa, che
rimescola ancora le carte in tavola, è che proprio alla fine di questo episodio
scopriamo che anche Kara si è salvata, ed è tornata a New York con intenzioni
tutt’altro che buone. E per cominciare attira in una trappola l'agente Snow (tornato a New York per trovare John), catturando lui e uccidendo il suo partner.
Personalmente, non
apprezzo le “resurrezioni”, però in questo caso mi sforzo di fare un’eccezione.
Kara sembra un personaggio molto interessante, e può rendere ancora più interest la serie...oltre ad essere
anche molto bella e sexy, cosa che non guasta mai...
VERDETTO
Un ottimo episodio,
che lavora perfettamente su più fronti: continua a fare evolvere i personaggi,
intrecciando con grande eleganza la varie trame intessute nel corso degli
episodi, e comincia pure a mettere in ordine i pezzi, a dare le prime risposte,
senza però smettere di porre altre domande, aumentando e non di poco
l’interesse per l’episodio successivo.
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