mercoledì 28 settembre 2016

Recensione: Person of Interest 1x20 - Matsya Nyaya



Titolo evocativo di origine indù, il pesce più grande mangia quello più piccolo, che può essere ritrovato anche nell’atavica legge della natura, secondo la quale ogni predatore diventa preda.

Arrivata ad un passo dalla fine, si può affermare che la serie è maturata molto. È andata oltre quelle che sembravano le apparenze – e anche i limiti – viste nei primi episodi. Ha costruito una mitologia, ha trovato una identità. Ha saputo far crescere anche i suoi personaggi, e ha dimostrato di non voler solo raccontare una storia, ma di voler scavare tramite le vicende narrate dentro l’essere umano, per tirarne fuori e mettere in mostra, la parte buona e la parte brutta presente in ognuno.
Stavolta ci ha raccontato  di quanto facilmente corruttibile siano le persone. E di come l’ingordigia rende capaci di uccidere, ma allo stesso tempo rende anche molto ingenui, perché dice bene John, il problema nel fare il cattivo è che ci sarà sempre qualcuno più cattivo di te.

L’episodio parte tranquillo, ma lungo i quaranta minuti accade veramente di tutto. Il number sul quale è costruito il caso è una guardia giurata, che frustrato e stanco di trasportare e proteggere le ricchezze degli altri, si convince che il mondo intero è in debito con lui, e allora decide di allungare la mano per prendere quello che gli spetta. E nel farlo non esita ad uccidere pure il suo collega e amico, e anche i suoi complici, ma non ha il tempo neppure di gioire per il colpo riuscito, che finisce vittima della Matsya Nyayam, e per mano della sua amante, la stessa che lo ha convinto a fare il colpo. Ma il cerchio della Matsya Nyaya, continua, e anche lei finisce per essere mangiata da un pesce ancora più grosso: il capitano Lynch, l’uomo dell’HR, che uscito di scena Elias cerca di rastrellare soldi, imponendo la protezione ai commercianti, o come in questo caso fornendo gli uomini e gli appoggi per il colpo. E John testimone impotente per una volta, viene salvato da un eroico Fusco – che sta crescendo di episodio in episodio – che uccide a sua volta Lynch, dimostrandosi lo squalo della parabola.

E al caso vengono affiancati una serie di flashback molto affini, che approfondiscono il passato di John e ci preparano al finale dell’episodio. John e la sua partner Kara, vengono mandati in Cina per una missione di cruciale importanza, e dietro questa missione che avrebbe dovuto portare entrambi alla morte, c’è pure Alicia, la donna che ha mediato la vendita della Macchina tra il governo e Nathan.  Ecco che così gli elementi che apparivano completamente sconnessi cominciano ad essere ordinati, e ogni personaggio, ogni evento è collegato da un filo sottile ma resistente, che se da una parte mette ordine nella storia, cominciando a dare le prime risposte, dall’altra infittisce ancor di più la matassa, perché per ogni risposta ricevuta, un’altra domanda si pone. L’obiettivo primario della missione era quello di recuperare un dispositivo informatico contente un virus letale, ma le cose si ingarbugliano di colpo, non per John che all’epoca non ne era conoscenza, ma per noi spettatori, quando uno dei cinesi, prima di essere ucciso da Kara, dice: sono venuti a prendere la Macchina.  La nostra Macchina? e chi? Ecco! Ora si che le cose si fanno più complicate e più interessanti. Ci sono nuove domande alle quali per ora è difficile, se non impossibile dare una risposta. E alle tante trame già aperte se ne aggiungono delle altre, e l’hype, l’interesse attorno a questa serie cresce a dismisura.

Ma, torniamo ai flashback e alla missione in Cina, che aveva anche un obiettivo secondario: a John viene ordinato di ritirare Kara, di ucciderla perché compromessa. Ma lo stesso ordine viene dato anche Kara, quindi è chiaro che lo scopo della missione era quello di recuperare il dispositivo, e per evitare ogni possibile complicazione eliminare chiunque vi si fosse avvicinato. Sappiamo che John è sopravvissuto, perché anche se ha esitato nello sparare alla sua partner (lei invece non viene meno all’ordine, e il nostro John per poco non finisce vittima della Matsya Nyaya), riesce a mettersi in salvo. Ma come dicevo questa è storia nota, la sorpresa, che rimescola ancora le carte in tavola, è che proprio alla fine di questo episodio scopriamo che anche Kara si è salvata, ed è tornata a New York con intenzioni tutt’altro che buone. E per cominciare attira in una trappola l'agente Snow (tornato a New York per trovare John), catturando lui e uccidendo il suo partner.
Personalmente, non apprezzo le “resurrezioni”, però in questo caso mi sforzo di fare un’eccezione. Kara sembra un personaggio molto interessante, e può rendere ancora più interest la serie...oltre ad essere anche molto bella e sexy, cosa che non guasta mai...

VERDETTO

Un ottimo episodio, che lavora perfettamente su più fronti: continua a fare evolvere i personaggi, intrecciando con grande eleganza la varie trame intessute nel corso degli episodi, e comincia pure a mettere in ordine i pezzi, a dare le prime risposte, senza però smettere di porre altre domande, aumentando e non di poco l’interesse per l’episodio successivo.

Voto 7,5

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