martedì 27 settembre 2016

Recensione: Person of Interest 1x09 - Get Carter



Un episodio che già dalle battute iniziale si presenta come diverso. Nelle prime scene è la detective Carter a fare da protagonista, che a breve si rivelerà essere pure il number tirato fuori dalla Macchina. Mi aspettavo che arrivasse questo momento, era inevitabile per la storia. Ma, non pensavo uscisse il suo numero così presto, credevo, l’avrebbero tenuto per le battute finali della stagione. Ma molto meglio così, perché oltre a innescare varie dinamiche interessanti, fa pensare che, gli autori abbiano tante idee da sviluppare.

Protagonista indiscussa quindi è la detective, che si ritrova ad affrontare tre casi, uno dei quali molto importante ai fini del plot centrale. Infatti, abbiamo il colloquio tra lei è Don Moretti, vecchio boss di cosa nostra, che, si è rivelato essere, il padre di Elias, il nemico pubblico numero uno, che a quanto pare, vuole vendicarsi anche del padre, che oltre ad averlo abbandonato, è il mandate dell’omicidio della madre. Ma per ora Carter, non è riuscita a convincere il vecchio boss, attualmente detenuto, a collaborare. Però, finisce lo stesso nel mirino del nostro caro Elias, il quale, mostrando di avere agganci nelle “alte sfere” e potendo contare sull’aiuto di un gruppo di poliziotti corrotti, ne ordina la morte.
Ma, non è solo Elias a minacciare la vita della nostra detective. Ci sono altri due possibili sospetti, sui quali sta indagando, che per togliersela dai piedi vorrebbero ucciderla. E mentre lei indaga, John e Harold cercano di tenerla al sicuro, faticando il doppio, in quanto devono prestare attenzione a non essere scoperti. Inevitabile quindi, l’intervento anche di Fusco nell’operazione. Cosi l’episodio si rivela quello più corale fino ad ora.

In contemporanea, tramite vari flashback, viene anche approfondito il personaggio della Carter. Anche lei un ex militare, che ha prestato servizio in Afganistan. Quello che ne viene fuori alla fine, è il ritratto di una poliziotta integerrima ma, con la bussola morale puntata nella giusta direzione.
Sinceramente dopo questo focus, mi pare che sul suo personaggio abbiano calcato un po’ la mano, esagerando con gli stereotipi e cliché. Sembra quasi la versione femminile, e più politicamente corretta di John.  “Affronta tutto e tutti da sola, e se la cava.  Ha una soluzione per ogni problema. Dall'Iraq a New York, che sia un terrorista o una moglie maltrattate Jos Carter risolve tutto”
Mi risulta quindi un personaggio, che seppur utile alle dinamiche della serie, sa molto di già visto. Manca di originalità, e abbonda di luoghi comunichi e parla tramite frasi banalotte “Il mio nome è detective” .
Passi, anche se a fatica, John, che è il Batman della storia, ma avere un altro personaggio infallibile, impeccabile e già visto, non fa di certo bene alla serie. Spero quindi che, nel prosieguo la sua caratterizzazione riesca ad acquisire un po’ più di tridimensionalità, di realtà e soprattutto originalità.

 
E John quasi riesce nel suo intento di proteggere la detective dalle minacce che le arrivano da ogni lato, ma nel finale,  è costretto a palesarsi per salvarla da morte certa. E così si rimescolano le carte, si aprono scenari che possono svilupparsi in modi molto interessanti. Cosa farà la Carter? Sa che è stato proprio l’uomo al quale da la caccia a salvargli la vita, come deciderà di agire quindi? Arriverà, come avevo previsto, la collaborazione? Diventerà anche lei, come Fusco, un “aiuto all’interno”? Senza dubbio queste domande generano molta curiosità, e inevitabilmente dopo quanto accaduto, gli equilibri nella serie cambieranno.

 E devo dire che, ho apprezzato la capacità degli autori di resistere alla tentazione di chiudere l’episodio con la scena della Carter stesa a terra dopo il colpo ricevuto, infilando così un cliffhanger  inutile e banale.

VERDETTO

Episodio molto buono, e per varie ragioni. Approfondisce il personaggio di Carter, e allo stesso tempo, in modo indiretto, viene approfondito anche il personaggio di Elias, e anche la sua storia, seppur lentamente, viene portata avanti. Avviene il fatidico incontro  tra John e Carter, che in un modo o nell’altro cambierà le dinamiche della serie.
Di certo non mancano i punti no, come John che continua a garantire la dose di tamarragine, che di episodio in episodio diventa sempre più eccessiva, minando sempre di più la possibilità di prenderlo sul serio. Anche se ha avuto più spazio del solito, il personaggio di Lionel, continua ad essere usato più come macchietta, che altro, e i suoi siparietti con John sono fenomenali, li apprezzo tanto, però così si rischia di rendere il personaggio solo una caricatura, lo stereotipo del poliziotto incapace.

Ma nella somma del totale il risultato è positivo. L’episodio è dopo Witness, quello meglio costruito e più riuscito. Mantiene sempre la struttura di base della serie, ma permette anche di fare dei passi avanti al plot centrale, e agli stessi personaggi, andando ad alzare il tiro della storia e ad aumentare anche le mie aspettative nella prosieguo della serie.

Voto 7,5

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