
Protagonista
indiscussa quindi è la detective, che si ritrova ad affrontare tre casi, uno
dei quali molto importante ai fini del plot centrale. Infatti, abbiamo il
colloquio tra lei è Don Moretti, vecchio boss di cosa nostra, che, si è
rivelato essere, il padre di Elias, il nemico pubblico numero uno, che a quanto
pare, vuole vendicarsi anche del padre, che oltre ad averlo abbandonato, è il
mandate dell’omicidio della madre. Ma per ora Carter, non è riuscita a
convincere il vecchio boss, attualmente detenuto, a collaborare. Però, finisce
lo stesso nel mirino del nostro caro Elias, il quale, mostrando di avere
agganci nelle “alte sfere” e potendo contare sull’aiuto di un gruppo di
poliziotti corrotti, ne ordina la morte.
Ma, non è solo Elias a
minacciare la vita della nostra detective. Ci sono altri due possibili
sospetti, sui quali sta indagando, che per togliersela dai piedi vorrebbero
ucciderla. E mentre lei indaga, John e Harold cercano di tenerla al sicuro,
faticando il doppio, in quanto devono prestare attenzione a non essere
scoperti. Inevitabile quindi, l’intervento anche di Fusco nell’operazione. Cosi
l’episodio si rivela quello più corale fino ad ora.
In contemporanea,
tramite vari flashback, viene anche approfondito il personaggio della Carter.
Anche lei un ex militare, che ha prestato servizio in Afganistan. Quello che ne
viene fuori alla fine, è il ritratto di una poliziotta integerrima ma, con la
bussola morale puntata nella giusta direzione.
Sinceramente dopo
questo focus, mi pare che sul suo personaggio abbiano calcato un po’ la mano,
esagerando con gli stereotipi e cliché. Sembra quasi la versione femminile, e
più politicamente corretta di John. “Affronta tutto e tutti da sola, e se la
cava. Ha una soluzione per ogni
problema. Dall'Iraq a New York, che sia un terrorista o una moglie maltrattate Jos
Carter risolve tutto”
Mi risulta quindi un
personaggio, che seppur utile alle dinamiche della serie, sa molto di già
visto. Manca di originalità, e abbonda di luoghi comunichi e parla tramite
frasi banalotte “Il mio nome è detective”
.
Passi, anche se a
fatica, John, che è il Batman della storia, ma avere un altro personaggio
infallibile, impeccabile e già visto, non fa di certo bene alla serie. Spero
quindi che, nel prosieguo la sua caratterizzazione riesca ad acquisire un po’
più di tridimensionalità, di realtà e soprattutto originalità.
E John quasi riesce
nel suo intento di proteggere la detective dalle minacce che le arrivano da
ogni lato, ma nel finale, è costretto a
palesarsi per salvarla da morte certa. E così si rimescolano le carte, si
aprono scenari che possono svilupparsi in modi molto interessanti. Cosa farà la
Carter? Sa che è stato proprio l’uomo al quale da la caccia a salvargli la
vita, come deciderà di agire quindi? Arriverà, come avevo previsto, la
collaborazione? Diventerà anche lei, come Fusco, un “aiuto all’interno”? Senza
dubbio queste domande generano molta curiosità, e inevitabilmente dopo quanto
accaduto, gli equilibri nella serie cambieranno.
E devo dire che, ho
apprezzato la capacità degli autori di resistere alla tentazione di chiudere
l’episodio con la scena della Carter stesa a terra dopo il colpo ricevuto,
infilando così un cliffhanger inutile e
banale.
VERDETTO
Episodio molto buono,
e per varie ragioni. Approfondisce il personaggio di Carter, e allo stesso
tempo, in modo indiretto, viene approfondito anche il personaggio di Elias, e
anche la sua storia, seppur lentamente, viene portata avanti. Avviene il
fatidico incontro tra John e Carter, che
in un modo o nell’altro cambierà le dinamiche della serie.
Di certo non mancano i
punti no, come John che continua a garantire la dose di tamarragine, che di
episodio in episodio diventa sempre più eccessiva, minando sempre di più la
possibilità di prenderlo sul serio. Anche se ha avuto più spazio del solito, il
personaggio di Lionel, continua ad essere usato più come macchietta, che altro,
e i suoi siparietti con John sono fenomenali, li apprezzo tanto, però così si
rischia di rendere il personaggio solo una caricatura, lo stereotipo del
poliziotto incapace.
Ma nella somma del
totale il risultato è positivo. L’episodio è dopo Witness, quello meglio costruito e più riuscito. Mantiene sempre la
struttura di base della serie, ma permette anche di fare dei passi avanti al
plot centrale, e agli stessi personaggi, andando ad alzare il tiro della storia
e ad aumentare anche le mie aspettative nella prosieguo della serie.
Voto 7,5
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