La crescita della
serie continua con questo episodio che è una vera e propria perla narrativa, che
riesce a combinare l’introspezione dei personaggi e l’ampliamento delle trame,
rimanendo sempre fedele alla sua natura. Tutto comincia sempre dal number della settima.
Number che ci regala un caso tutt’altro che scontato, anzi è ben fatto, e non si
limita a fare da supporto alle evoluzioni narrative e caratteriali. Il numero
sul quale si ritrova a lavorare John è quello di Michael Cahill, all’apparenza
un criminale efferato, che però si rivela poi essere un poliziotto sotto
copertura. E grazie all’aiuto di John riuscirà non solo a portare a casa la
pelle, ma anche ha sventare un lucroso traffico di droga e diamanti nel quale
era coinvolto un agente della CIA.
E dal caso, già
interessante e ben strutturato, si dipanano le altre storie che andranno a
coinvolgere gli altri personaggi. E sempre nascendo come una analogia alla
situazione che John si ritrova ad affrontare, ci viene presentato il flashback,
che ci racconta qualcos’altro sul suo passato, e non solo. Questo flashback
finirà per essere pure profetico. Infatti, l’uomo della CIA che viene
arrestato, viene abbandonato dalla sua stessa agenzia, anzi, viene “sistemato”
dalla CIA stessa. Perché come dice l’agente Snow al John di qualche anno prima,
se vengono beccati in territorio statunitense a fare qualcosa di
compromettente, sono dietro le linee nemiche. Sono da soli.

Ma le
vicende non si sono ancora esaurite, infatti, dopo essere stato utilizzato a
lungo come spalla comica, (finalmente!)viene data una storia di spessore anche al nostro
buon Lionel. Proprio John, lo costringe letteralmente, ad infiltrarsi
nell’organizzazione di poliziotti corrotti chiamata HR. La stessa organizzazione
della quale voleva servirsi Elias per eliminare la Carter.
Le cose
quindi si fanno difficili anche per il nostro Fusco che, come ordinato da John,
chiede l’aiuto di un agente di polizia, membro di questa organizzazione, per
insabbiare l’omicidio commesso da John, ma del quale lui si addossa la colpa proprio
per potersi infiltrare nell’organizzazione.

A completare il quadro
è il ritorno dell’agente Snow, anche nella realtà, e non solo nei flashback di
John. Ritorna per ricordare alla Carter e a noi telespettatori che la CIA non
si è scordata di John, tutt’altro, la caccia è ancora aperta. Ed è lo stesso
Snow a recuperare e sistemare LOS l’agente CIA arrestato nel corso
dell’episodio.
VERDETTO
Episodio che da prova
di una grande capacità narrativa degli autori. Con un caso di per se già molto
interessante, riescono ad ampliare la mitologia della seria, approfondendo il
background dei personaggi (John in
questo caso), sviluppando le trame già aperte (la CIA è ancora sulle tracce di
John) e aprendone di nuove (HR) molto interessanti, che vanno non solo ad
accrescere lo spessore della serie, ma anche quello del personaggio di Fusco.
Certo, rimane ancora
qualche sbavatura. Ho trovato non all’altezza la maggior parte dei dialoghi,
costruiti per lo più di luoghi comuni. I combattimenti come le sparatorie,
rimangono una nota stonata, e la coerenza interna alla volte traballa, e viene
richiesto di alzare di qualche tacca la sospensione dell’incredulità. Ma, la
strada imboccata dalla serie è quella giusta, rispetto ai primi episodi,
anonimi e privi di mordente, si sono fatti molti passi avanti.
Si confermano un punto
forte le colonne sonore. Sempre belle e ben armonizzate. In particolare, molto
bella, quella utilizzata nel finale.
Voto 7
Nessun commento:
Posta un commento