Con questo, prosegue
la scia di episodi buoni! Anche se
prevedibile il plot twist finale, il caso costruito attorno al number del giorno è ben strutturato, e
mixa alla perfezione azione, riflessione e humor. E sembra proprio un
bell’omaggio al film di Hitchock, La
Finestra sul cortile.
Il rapporto tra John e
Harold evolve ulteriormente, acquisisce più spessore. La relazione dei due
vigilanti sta diventando sempre di più una solida amicizia. E questo, da profondità
all’intera storia. E l’inversione dei ruoli, che con John costretto sulla sedia
a rotelle vede Harold sul campo, ha regalato non poche soddisfazione, tra le
quali alcune scene a dir poco esilaranti! Su tutte le lezioni di autodifesa
livello principiante per topi di biblioteca impartite da John a Harold.
E ha impreziosire e ha
dare ancora più importanza il tutto, è stato l’inserimento dei flashback che ci
svelano delle informazioni fondamentali sul passato non solo di Harold, ma
anche della Macchina. Ritornando a sette anni prima, ci vengono mostrate le
contrattazioni tra Nathan e il governo, che si conclusero con la cessione della
macchina per un solo simbolico dollaro. Perché, l’intero progetto che ha
portato alla costruzione della Macchina, era mosso, a quanto pare, unicamente
dal desiderio di Nathan e Harold di rendere il mondo un posto più sicuro ed
evitare che un altro undici settembre.
Sempre dai flashback
emergono i tanti dilemmi etici e legali, con i quali Nathan e Harold decidono
di scendere a compromessi, rendendo la Macchina completamente inaccessibile,
cosi che nessun altro, neppure loro due possano vedere quello che la Macchina
vede. Intanto però il governo, tenta in ogni modo di penetrare nel sistema del
dio artificiale che sta nascendo ma, Harold rende completamente vani questi
tentativi.
E infine, ci viene
mostrato il primo numero rilevante
che la Macchina da al governo, permettendogli di sventare una compravendita di
uranio. Ed è poi lo stesso Harold, a raccontare a Nathan e pure a noi, il modo
in cui la Macchina è riuscita a scovare l’agente corrotto dell’FBI che sta
stava per vendere l’uranio a un gruppo di terroristi. Guardando e ascoltando
tutti e tutto, la Macchina riesce ad incrociare date e avvenimenti,
smascherando le finte coincidenze, trova il sottile collegamento.
Ai flashback
illuminati e preziosi, al caso interessante e pure divertente, si uniscono
anche le storie della CIA che continua a cercare John, e quella della detective
Carter, entrambe affrontate e risolte da Harold. Per allontanare la CIA
pericolosamente vicina, incarica il detective Fusco di seminare false prove
della presenza di John in Connecticut, e per ora l’idea ha funzionato. Invece
per quanto riguarda la detective Carter, decide di fare la cosa più logica
arrivati a questo punto: cerca di arruolarla. Per mostrarle cosa fanno lui e
John la butta direttamente dentro la mischia. La mette subito alla prese con un
number, e lei, sembra superare il test entrando nella squadra, e questa cosa
apre scenari molto interessanti, tra tutti, sarà interessante vedere il modo in
cui gestiranno da ora in poi la relazione Carter/Fusco. Li metteranno a
corrente l’uno dell’altra?
VERDETTO
Episodio veramente
riuscito! Una combinazione perfetta tra il number
del giorno, l’approfondimento dei personaggi e della mitologia della serie. I
toni sono stati molto leggeri, a tratti esilaranti, e hanno reso la puntata
godibilissima! I minuti sono letteralmente volati. Ci sono stati degli sviluppi
molto significativi, sia nel presente che nel passato: sappiamo come funziona
la Macchina, sappiamo perché l’hanno venduta al governo e a quale prezzo. La
squadra si è allargata, la Carter è stata arruolata.
Non mancano le note
stonate, come il modo letteralmente incredibile in cui John viene salvato. Da
un colpo di proiettile di grosso calibro che ti buca le viscere in un obitorio
non ti possono salvare. Rimangono stonate le lotte. Anche se in questo episodio
ce ne è stata una sola, il risultato è sempre lo stesso: poco convincenti e non
tanto bene realizzate. E vedere John che una gamba non funzionante e sulle
stampelle fa volare dalla finestra l’avversario di turno, non è una bella cosa
per la caratterizzazione del
personaggio, perché lo stile fumettistico ci sta tutto, e può essere un
valore aggiunto, ma qua si va oltre il fumettistico.
Ma è la somma che da
il totale, le cose positive sono nettamente maggiori di quelle negative, che
quindi tranquillamente si possono perdonare e/o accettare. La serie sembra
abbia imboccato la strada giusta, crescendo di episodio in episodio.
Voto 7,5
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