martedì 27 settembre 2016

Recensione: Person of Interest 1x11 - Super



Con questo, prosegue la scia di episodi buoni!  Anche se prevedibile il plot twist finale, il caso costruito attorno al number del giorno è ben strutturato, e mixa alla perfezione azione, riflessione e humor. E sembra proprio un bell’omaggio al film di Hitchock, La Finestra sul cortile.

 
Il rapporto tra John e Harold evolve ulteriormente, acquisisce più spessore. La relazione dei due vigilanti sta diventando sempre di più una solida amicizia. E questo, da profondità all’intera storia. E l’inversione dei ruoli, che con John costretto sulla sedia a rotelle vede Harold sul campo, ha regalato non poche soddisfazione, tra le quali alcune scene a dir poco esilaranti! Su tutte le lezioni di autodifesa livello principiante per topi di biblioteca impartite da John a Harold.
 
E ha impreziosire e ha dare ancora più importanza il tutto, è stato l’inserimento dei flashback che ci svelano delle informazioni fondamentali sul passato non solo di Harold, ma anche della Macchina. Ritornando a sette anni prima, ci vengono mostrate le contrattazioni tra Nathan e il governo, che si conclusero con la cessione della macchina per un solo simbolico dollaro. Perché, l’intero progetto che ha portato alla costruzione della Macchina, era mosso, a quanto pare, unicamente dal desiderio di Nathan e Harold di rendere il mondo un posto più sicuro ed evitare che un altro undici settembre.
Sempre dai flashback emergono i tanti dilemmi etici e legali, con i quali Nathan e Harold decidono di scendere a compromessi, rendendo la Macchina completamente inaccessibile, cosi che nessun altro, neppure loro due possano vedere quello che la Macchina vede. Intanto però il governo, tenta in ogni modo di penetrare nel sistema del dio artificiale che sta nascendo ma, Harold rende completamente vani questi tentativi.
E infine, ci viene mostrato il primo numero rilevante che la Macchina da al governo, permettendogli di sventare una compravendita di uranio. Ed è poi lo stesso Harold, a raccontare a Nathan e pure a noi, il modo in cui la Macchina è riuscita a scovare l’agente corrotto dell’FBI che sta stava per vendere l’uranio a un gruppo di terroristi. Guardando e ascoltando tutti e tutto, la Macchina riesce ad incrociare date e avvenimenti, smascherando le finte coincidenze, trova il sottile collegamento.

 
Ai flashback illuminati e preziosi, al caso interessante e pure divertente, si uniscono anche le storie della CIA che continua a cercare John, e quella della detective Carter, entrambe affrontate e risolte da Harold. Per allontanare la CIA pericolosamente vicina, incarica il detective Fusco di seminare false prove della presenza di John in Connecticut, e per ora l’idea ha funzionato. Invece per quanto riguarda la detective Carter, decide di fare la cosa più logica arrivati a questo punto: cerca di arruolarla. Per mostrarle cosa fanno lui e John la butta direttamente dentro la mischia. La mette subito alla prese con un number, e lei, sembra superare il test entrando nella squadra, e questa cosa apre scenari molto interessanti, tra tutti, sarà interessante vedere il modo in cui gestiranno da ora in poi la relazione Carter/Fusco. Li metteranno a corrente l’uno dell’altra?

VERDETTO

 
Episodio veramente riuscito! Una combinazione perfetta tra il number del giorno, l’approfondimento dei personaggi e della mitologia della serie. I toni sono stati molto leggeri, a tratti esilaranti, e hanno reso la puntata godibilissima! I minuti sono letteralmente volati. Ci sono stati degli sviluppi molto significativi, sia nel presente che nel passato: sappiamo come funziona la Macchina, sappiamo perché l’hanno venduta al governo e a quale prezzo. La squadra si è allargata, la Carter è stata arruolata.
Non mancano le note stonate, come il modo letteralmente incredibile in cui John viene salvato. Da un colpo di proiettile di grosso calibro che ti buca le viscere in un obitorio non ti possono salvare. Rimangono stonate le lotte. Anche se in questo episodio ce ne è stata una sola, il risultato è sempre lo stesso: poco convincenti e non tanto bene realizzate. E vedere John che una gamba non funzionante e sulle stampelle fa volare dalla finestra l’avversario di turno, non è una bella cosa per la caratterizzazione del  personaggio, perché lo stile fumettistico ci sta tutto, e può essere un valore aggiunto, ma qua si va oltre il fumettistico.
Ma è la somma che da il totale, le cose positive sono nettamente maggiori di quelle negative, che quindi tranquillamente si possono perdonare e/o accettare. La serie sembra abbia imboccato la strada giusta, crescendo di episodio in episodio.

Voto 7,5

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