Episodio introspettivo,
che fa la sua parte, e ci concede qualche rivelazione importante ma, ammetto che
mi aspettavo un maggiore approfondimento sull’haker, che nell’episodio passato
a messo alle strette i nostri . Per ora sembra che la storia sia stata
accantonata, comunque Root ha lasciato un segno tangibile su Harold, come dice
John, è andata toccare un nervo scoperto.
Il caso del giorno
interessante tutto sommato, ma nulla di speciale. Però va a ribadire la vena
fumettistica della serie, e fa emergere l’anima da super eroe e giustiziere di
John. Perché dice bene la ragazza alla quale il nostro John si avvicina per
cercare informazioni sul caso al quale sta lavorando “Uno come lei che sbuca dalle ombre a combattere i cattivi, lo vedrei
bene nel negozio di fumetti all’angolo”.
Ma, la miglior descrizione del nostro Batman newyorkese la da il piccolo
Darren, il number che John deve proteggere e con il quale
finisce per allearsi, per poter sbattere in galera i responsabili dell’omicidio
del fratello. Il bambino, amante di fumetti, lo definisce un Ronin. E quella di John ricorda
veramente la storia di un Ronin.
E mentre John ha che
fare una pericolosa gang, che può contare anche sull’aiuto dello stesso
poliziotto del quale si era servito Elias per organizzare l’omicidio della
Carter, dall’altra parte Harold si trova ad affrontare una situazione delicata.
Come c’era da aspettarsi Will, il figlio di Nathan, si imbatte in qualcosa che
lo porta molto vicino alla Macchina, e ne parla prima con Harold, ma non
cavandone nulla, contatta una misteriosa donna: Alicia, amica del padre ed ex
dipendente del governo. E questa Alicia si rivela essere la donna che, vista
nei flashback di qualche episodio fa, faceva da tramite tra il governo e Nathan
durante la compravendita della Macchina. Anche però lei mente, e mantiene il
segreto.
Enigmatica la figura
di questa Alica, che attira attenzione soprattutto perchè sembra vivere nel
terrore e nel disagio, unito al fatto che, ha lasciato il suo lavoro per
trasferirsi in una piccola cittadina dove non c’è copertura mobile, e nemmeno rete
wireless, è facile pensare che sia terrorizzata proprio dalla Macchina.
Comunque il pericolo è stato scongiurato, Will si lascia convincere e abbandona
le ricerche, decidendo di ritornare alla sua vita avventuriera lascia la città.
Per ora Harold può tirare un sospiro di sollievo.
Intanto Fusco porta
avanti il compito affidatogli da John: spiare Harold. E proprio grazie a lui
scopriamo cose che anche a noi spettatori erano ignote: dove e quando ha
conosciuto a Nathan, l’abitudine di utilizzare vari alias, e soprattutto che di
lui, prima del 1976 non si ha nessuna informazione. E’ come se fosse apparso da
nulla dopo il ’76.
Ottimo il modo in cui
gli autori forniscono a poco alla volta queste informazioni. Il personaggio è
quello senza dubbio meglio riuscito, con tutti i misteri che lo circondano è
una fonte di hype molto grande. E l’attore, è giusto ricordarlo, sta facendo un
ottimo lavoro nel dare vita a Harold. E arrivati a questo punto, si può dire
tranquillamente che Harold è il cuore pulsante della serie.
Molto interessanti le scene
finali, dove John e Fusco vengono beccati letteralmente con le mani nella
marmellata. La Macchina riprende proprio la conversazione nella quale i due
parlano del passato di Harold, e in men che non si dica li classifica come
soggetti da tenere sotto controllo, perché possono rappresentare un pericolo
per l’admin.
VERDETTO
Episodio molto
godibile. Pur non presentando una storia verticale speciale, grazie alle
interazione tra i personaggi, e il focus su alcuni di loro, escono quaranta
minuti molto piacevoli e mai noiosi. Sfortunatamente ritornano anche le scene
di lotte assurde, e in questo caso anche fatte male, che non vanno di sicuro a
pregiudicare il valore totale, però fanno ridere, e rischiano di minare la
drammaticità della serie, e della storia in particolare.
Voto 6,5
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