martedì 27 settembre 2016

Recensione: Person of Interest 1x14 - Wolf and Cub



Episodio introspettivo, che fa la sua parte, e ci concede qualche rivelazione importante ma, ammetto che mi aspettavo un maggiore approfondimento sull’haker, che nell’episodio passato a messo alle strette i nostri . Per ora sembra che la storia sia stata accantonata, comunque Root ha lasciato un segno tangibile su Harold, come dice John, è andata toccare un nervo scoperto. 

 
Il caso del giorno interessante tutto sommato, ma nulla di speciale. Però va a ribadire la vena fumettistica della serie, e fa emergere l’anima da super eroe e giustiziere di John. Perché dice bene la ragazza alla quale il nostro John si avvicina per cercare informazioni sul caso al quale sta lavorando “Uno come lei che sbuca dalle ombre a combattere i cattivi, lo vedrei bene nel negozio di fumetti all’angolo”.  Ma, la miglior descrizione del nostro Batman newyorkese la da il piccolo Darren, il number  che John deve proteggere e con il quale finisce per allearsi, per poter sbattere in galera i responsabili dell’omicidio del fratello. Il bambino, amante di fumetti, lo definisce un Ronin. E quella di John ricorda veramente la storia di un Ronin.

E mentre John ha che fare una pericolosa gang, che può contare anche sull’aiuto dello stesso poliziotto del quale si era servito Elias per organizzare l’omicidio della Carter, dall’altra parte Harold si trova ad affrontare una situazione delicata. Come c’era da aspettarsi Will, il figlio di Nathan, si imbatte in qualcosa che lo porta molto vicino alla Macchina, e ne parla prima con Harold, ma non cavandone nulla, contatta una misteriosa donna: Alicia, amica del padre ed ex dipendente del governo. E questa Alicia si rivela essere la donna che, vista nei flashback di qualche episodio fa, faceva da tramite tra il governo e Nathan durante la compravendita della Macchina. Anche però lei mente, e mantiene il segreto.

Enigmatica la figura di questa Alica, che attira attenzione soprattutto perchè sembra vivere nel terrore e nel disagio, unito al fatto che, ha lasciato il suo lavoro per trasferirsi in una piccola cittadina dove  non c’è copertura mobile, e nemmeno rete wireless, è facile pensare che sia terrorizzata proprio dalla Macchina. Comunque il pericolo è stato scongiurato, Will si lascia convincere e abbandona le ricerche, decidendo di ritornare alla sua vita avventuriera lascia la città. Per ora Harold può tirare un sospiro di sollievo.

Intanto Fusco porta avanti il compito affidatogli da John: spiare Harold. E proprio grazie a lui scopriamo cose che anche a noi spettatori erano ignote: dove e quando ha conosciuto a Nathan, l’abitudine di utilizzare vari alias, e soprattutto che di lui, prima del 1976 non si ha nessuna informazione. E’ come se fosse apparso da nulla dopo il ’76.
Ottimo il modo in cui gli autori forniscono a poco alla volta queste informazioni. Il personaggio è quello senza dubbio meglio riuscito, con tutti i misteri che lo circondano è una fonte di hype molto grande. E l’attore, è giusto ricordarlo, sta facendo un ottimo lavoro nel dare vita a Harold. E arrivati a questo punto, si può dire tranquillamente che Harold è il cuore pulsante della serie.

Molto interessanti le scene finali, dove John e Fusco vengono beccati letteralmente con le mani nella marmellata. La Macchina riprende proprio la conversazione nella quale i due parlano del passato di Harold, e in men che non si dica li classifica come soggetti da tenere sotto controllo, perché possono rappresentare un pericolo per l’admin.

VERDETTO

Episodio molto godibile. Pur non presentando una storia verticale speciale, grazie alle interazione tra i personaggi, e il focus su alcuni di loro, escono quaranta minuti molto piacevoli e mai noiosi. Sfortunatamente ritornano anche le scene di lotte assurde, e in questo caso anche fatte male, che non vanno di sicuro a pregiudicare il valore totale, però fanno ridere, e rischiano di minare la drammaticità della serie, e della storia in particolare.

Voto 6,5

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