L’intensità del caso è come quella del precedente, e non
brilla per originalità o colpi di genio, però l’episodio è godile, e cominciano
ad essere aggiunti dei tasselli che vanno a formare il background dei
personaggi. E mentre nell’episodio passato l’attenzione era puntata su John,
stavolta è il turno di Harold. Mediante dei flashback, interessanti e per ora
non ingombranti, ci vengono rivelate alcune cose, che non fanno altro che
aumentare l’interesse e l’alone di mistero che circonda il personaggio.
Ci mostrano Harold nel 2002, intento a costruire la
Macchina, dove fa la sua apparizione l’amico e collega Nathan. Ma neppure il tempo di
conoscerlo che a fine episodio ci dicono, che al massimo lo potremo rivedere in
altri flashback, perché è morto nel 2010. E proprio dalle discussioni tra i
due, cominciano ad emergere i primi dilemmi etici, sulla conseguenze che quello
che stanno costruendo porterà.
Ma ha colpire soprattutto è vedere Harold, poco
interessato a proteggere i “numeri irrilevanti”, anzi li fa cancellare dalla Macchina
ogni giorno a mezzanotte, e li considera quasi, il prezzo da pagare per
raggiungere il bene superiore (e significativo, che proprio mentre inserisce il
comando di cancellazione, sullo schermo del computer appare la foto di Jessica,
la donna che John ha perso). Nathan invece è turbato, shockato dalla
rivelazione, e sembra non riuscire ad accettare la cosa. Sembra proprio che per
lui, il prezzo da pagare, sia
inaccettabile.
E non bastassero queste cose, a far aumentare, e non di
poco, la curiosità sul passato del nostro schivo miliardario, è il fatto che,
nei flashback non zoppica, tutt’altro gode di ottima salute. Tutto questa sembra l’antipasto di qualcosa di
molto succoso.
E il caso del giorno, serve anche per caratterizzare il
personaggio di Harold, mettendone in luce la grande riservatezza e l’incapacità
di dare fiducia al prossimo. E tutto questo ci costrenge a porci altre domande su di
lui: E' inevitabile chiedersi, cosa gli sarà successo? Perché è così
schivo e riservato? E chi ha perso d’importante?
Intanto nel presente, la nostra coppia di vigilanti, inizia ad assestarsi. E si comincia a vedere l’ispirazione al cavaliere
oscuro. Batman viene sostituito da John, che come dice la detective Carter,
sempre più decisa a catturarlo, ha anche un suo travestimento. Un
travestimento, non fatto di mantello, calzamaglia e maschera, ma è un elegante
abito, che calza a pennello, cominciando a dipingere il personaggio di
John come un Batman urban-pop che vigila sulle strade di New York. E tocco di
classe, i nostri hanno anche una batcaverna: una biblioteca abbandonata, dove
Harold ha installato il quartier generale e fa da supporto tecnico e logistico
a John
Timidamente, si cominciano a definire anche i personaggi
secondari, che andranno a dividere la scena con i nostri due protagonisti. Da
una parte, abbiamo il detective Lionel Fusco, che è la rappresentazione, forse
un po’ troppo stereotipata, del classico poliziotto americano: sovrappeso, non
molto brillante, e anche dal
passato corrotto, ma nel complesso risulta simpatico, e le sue interazioni con
John sono esilaranti.
Dall’altra parte invece abbiano la detective Carter,
l’esatto opposto: poliziotto integerrimo ed estremamente brillante, che sembra
decisa a tutti i costi ad acciuffare il nostro Batman in vestito elegante. Come
ho già scritto nel commento passato, continuo a pensare che proprio con il suo
personaggio ci sia il rischio più grande di cadere nel già visto, presentando
l’ennesimo personaggio che caratterizzato tramite luoghi comuni finisce per
risultare piatto e noioso.
Comincio ad apprezzare molto la grafica della serie, accattivante
e allo stesso tempo inquietante, ricorda di continuo allo spettatore che la
macchina vede e ascolta tutti, rafforzando quell’atmosfera Orwelliano che fin
dal pilot mi è piaciuta tanto.
Le cose che non mi sono piaciute invece: Il modo in cui sembra
vogliano utilizzare Jonh, rendendolo simile a un Terminato indistruttibile, con
scene dove da solo stende gruppi intere di persone, che potranno avere il loro
fascino e dare brio alla serie, però per me finiscono per renderlo solamente un
personaggio eccessivamente stereotipato che tende al tamarro e che stufa presto. E non sono
neppure fan dei giubbotti antiproiettile responsabili di salvataggi miracolosi. Mi auguro che queste scelte non diventino un tratto distintivo
della serie.
VERDETTO
Giudizio tutto sommato positivo, perché l’episodio pur non
essendo nulla di speciale, con un caso che manca di mordente e intensità, si
lascia guardare, e viene impreziosito dai primi focus sul passato dei
personaggi, e comincia cosi la costruzione dei loro background e il tratteggio
dei loro caratteri. E si pongono i primi punti interrogativi, che hanno il compito di accendere l’interesse sullo sviluppo della storia.
Voto 7
Nessun commento:
Posta un commento