Continua sullo stesso livello del precedente episodio: fondamentalmente funziona bene il main-plot, tutto il resto arranca e inciampa sui cliché, gli stereotipi, la scrittura scontata, le caratterizzazioni ad muzzum inevitabilmente presenti in una serie cosi americanata intensa.
Troppi slogan riciclati, troppo buonismo dovuto. A tratti sembra una favola per bambini con i buoni e i giusti che fanno la differenza e salvano il mondo: Kirkman nessuna ambizione, nessun peccato, nessun odio - facciomolo santo a 'sto punto - è determinato solo a fare la cosa giusta per il bene degli americani, e forse pure del mondo intero, ma facendo sempre la cosa giusta eh e nel rispetto di tutto e tutti..Buonista e anche riciclato è pure il personaggio interpretato da Meggie Q: l'unica agente FBI a vedere le cose per come realmente sono,e l'unica che vuole fare la cosa giusta, e che molto probabilmente finirà per salvare il mondo e galassia, e nel mentre lo fa, poteva mancare il solito "se non giochiamo sporco non possiamo risolvere il caso?", ma i dialoghi, le frasi (presunte) ad effetto, sono un punto veramente dolente per questa serie: fatti di luoghi comuni, così scontati da essere prevedibili e spesso banali. Comunque, tornando un attimo al personaggio di Maggie, l'unica cosa positiva - in questi primi tre episodi - è solo la bellezza dell'attrice.
E' chiaro che manchi sia alla storia, sia alla caratterizzazione dei personaggi, l'originalità e l'ambizione. Infatti, alla fine arriva la mossa da copione: San Kirkman prende la mazzata sui denti, che giustificherà qualche eventuale sclero futuro, sullo stile della minaccia all'Iran, ma lo stesso rimane tutto poco credibile e superficiale: le evoulzioni devono essere gestite bene, non fatte di scatti ad intermittenza. Kirkman non può essere prima una pecora spaventata e poi sclerare per diventare all'occorrenza leone, questo non rende il personaggio complesso, lo rende bipolare.

Questa serie è nata vecchia, manca completamente di originalità e di realismo - ed è un problema per una serie che vuol raccontare una storia simile - e mi pare tenda pure al bigottismo. L'unica cosa che funziona, per ora, è il mistero: anche se chiaro dal principio che il colpevole è all'interno, il tutto è stato ben intricato, ben resi gli intrallazzi e il gioco di specchi. E fino a quando la serie, almeno su queso fronte, riuscirà a mantenre vivo l'interesse la seguirò, senza tante pretese però, Designated Survivor è solo una serie di intrattenitmento senza ambizioni.
voto 5,5
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