sabato 15 ottobre 2016

Berlin Station 1x02 Lights Don't Run on Loyalty - La Recensione



Continua a piacermi! Questo secondo episodio, conferma le prime impressioni di solidità che ho avuto sulla serie: la messa in scena, pur non appariscente o geniale, è curata, e la storia si fa sempre più interessante

La storia si sta meravigliosamente aggrovigliando, ed è chiaro che, con il tempo, si dipanerà su due filoni separati ma anche paralleli, che potranno intrecciarsi facilmente all’occorrenza.
Vengono resi alla perfezione tutti i giochi di potere, i doppi giochi, gli intrallazzi politici, che non possono mancare in una storia come questa. E pur, come ho detto anche nella recensione all’episodio precedente, trattando tematiche molto inflazionate, la narrazione riesce, magistralmente, ad evitare cliché e stereotipi. E da apprezzare anche, almeno per ora, il modo in cui stanno trattando tematiche attuali e alle volte delicate, senza scadere nell’eccessivo buonismo o nelle demonizzazioni, facendo sfoggio anzi di una buona dose autoironia, che è cosa molto apprezzata!

 E apprezzo ancora di più la cura nella scrittura, perché Berlin Station mi ricorda molto un’altra serie debuttata quest’anno: Designated Survivor. Abbracciano alcune tematiche comuni, come la lotta al terrorismo, ma gli autori di Berlin Station sono riusciti a non cadere nella retorica scontata, nei luoghi comuni che a tratti sembrano slogan politici di bassa lega, che invece caratterizzano e paralizzano la scrittura di Designated Survivor. Ecco, la scrittura, è sicuramente, a fronte di questi primi due episodi, uno dei punti forti di questa serie: complessa ma curata, e dopo la conclusione del precedente episodio con la rivelazione subitanea dell’identità di Thomas Shaw, in questo finale vengono rimescolate ancora una volta le carte, rendendo il tutto ancora più interessante e imprevedibile. Il finale, con Thomas Shaw che si rivela direttamente a Daniel, ci regala un plot twist dai risvolti imprevedibili. E la serie cosi, si dimostra anche, ottima per gli spettatori “attivi” perché c’è tanto spazio per le teorie e gli intrippi.

Ma non solo la storia si fa più complessa e intrigante, anche in personaggi cominciano ad acquisire spessore e dinamismo, e cosi la serie, si rivela molto più corale di quello che poteva sembrare al primo episodio. Nel precedente è stato dedicato molto tempo alla presentazione di Daniel, in questo invece, tutti i componenti della stazione di Berlino, hanno avuto ampio spazio. Si cominciano a delineare le personalità e i caratteri dei personaggi, e anche le relazioni e gli equilibri, dipingendo il distaccamento della CIA a Berlino come una scacchiera sulla quale si gioca una partita molto delicata e complessa, dove ci sono pedine che possono essere sacrificate e pezzi che invece devono essere preservati a tutti i costi.
Emerge bene la caratterizzazione di Thomas Shaw/Hector Dejean, che seppur ha buttato la maschera fin da subito, rimane ancora tutto da scoprire e da inquadrare. Non è un anarchico e/o una scheggia impazzita, anzi, sembra che le sue azioni – rendere pubbliche informazioni segrete della CIA – siano guidate da un qualche ideale superiore, e mirino ad uno scopo ben preciso. Ho apprezzato molto la tridimensionalità internata che gli stanno dando: non un antagonista fatto di stereotipi mischiati con il nulla, ma un uomo con delle idee, delle convinzioni e anche tante fragilità.
 E alla già nutrita schiera di personaggi, che rendono oltremodo appetibile la storia, se ne aggiungo altri, tutti potenzialmente interessanti e utili, che conferiscono ancora più complessità e spessore alla serie.

VERDETTO

Molto positivo! La serie acquisisca spessore e dinamismo, con la storia che pur aggrovigliandosi comincia anche dipanarsi, facendosi ancora più interessante e tesa. Come interessanti sono tutti personaggi, che ben portati sullo schermo, stanno cominciando ad acquisire tridimensionalità e prendere forma. E oltre a questo, l’episodio riesce perfettamente nel suo intento primario: generare hype e invogliare a proseguire. Gli autori scoprono alcune delle loro carte, ma invece di dare risposte aggiungono altre domande e il mistero si fa sempre più fitto.

Voto 7,5

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