sabato 15 ottobre 2016

Recensione: Berlin Station 1x01 - Pilot



Inizio molto convincente per questa serie che vuole raccontare, una storia attualissima, ma con tanti richiami al passato americano e mondiale.

La prima impressione che ho avuto è quella di vedere una serie solida, fatta come si deve, e con una sceneggiatura pensata. La realizzazione tecnica, almeno in questo pilot, è molto curata. La fotografia è buona, e la regia che, pur non presentando nessun colpo genio, non è artefatta, ma pulita e composta, e rende molto bene.
Menzione speciale per la canzone che fa da sigla: I’m afraid of americans di David Bowie, che oltre ad essere bellissima, sembra fatta apposta per una serie simile.

Anche il cast è di buon livello, con volti più o meno noti. E fra tutti, come si poteva immaginare spicca Richard Armitage, nei panni del protagonista. Mi piace, e sullo schermo mi ricorda molto Liev Schreiber, e lo considero attualmente uno dei migliori attori shakespeariani, secondo solo a Liev. E il suo personaggio, Daniel, un esperto agente delle CIA, inviato a Berlino, per stanare Thomas Shaw (l’alterego seriale di Edward Snowden) è stato ben abbozzato. Certo, ancora è tutto da raccontare e scoprire, ma i primi tratteggi sono stati dati sapientemente, rendendolo interessante. Gli altri personaggi ben presentati e introdotti, ma ancora sono tutti quanti da conoscere.

Ottima secondo me la strutturazione narrativa, e anche sorprendente. Perché, fino ai minuti finali, lo spettatore è indotto a pensare che trovare la risposta a chi è Thomas Shaw? sia il main pilot della serie, ma il plot twist finale, che ne svela subito l’identità, lascia completamente sorpresi, e cambia completamente volto alla serie. E pur facendo questa rivelazione, la storia non perde tensione, non si smonta minimamente, tutt’altro, sale l’interesse, aumento le domande, e si possono cominciare a formulare teorie, per incastrare i pezzi, per ricostruire il come si arriverà alla scena d’apertura (la serie si apre con un flash forward) con Daniel steso a terra perché colpito da un proiettile. Ribadisco, secondo me, questa scelta narrativa, è stata ottima, non semplifica nulla, tutt’altro ingarbuglia fin da subito la matassa in un modo meraviglioso.

Altra idea vincente, che caratterizza fin da subito Brlin Station, aiutandola a distaccarsi dalla tante spy storie facendole assumere una propria identità, è che all’atmosfera , perfettamente coerente con la natura della serie, che evoca tanto i tempi della guerra fredda, si aggiungono i toni underground, quanto mai attuali, che caratterizzano alcuni personaggi e l’ambientazione. E la stessa ambientazione, una Berlino contemporanea e per nulla romanzata, sembra profilarsi proprio come uno dei personaggi della storia.

VERDETTO

Pilot promosso! Le prime impressioni sono più che positive: la tecnica è buona, nulla di eccezionale o di mai visto, però è evidente che la messa in scena è stata fatta con molta cura. Veramente ottimo il cast, nel quale come era prevedibile spicca Richard Armitage, questo grazie anche al fatto che per ora il suo personaggio è quello meglio delineato, mentre gli altri sono stati appena abbozzati. La storia, l’ho detto, non è nulla di originale, ma lo stesso riesce a coinvolgere, trattando tematiche quanto mai attuali e interessanti. E vanno fatti i complimenti agli autori per la capacità dimostrata, almeno in questo pilot, di non cadere nei soliti cliché e luoghi comuni delle spy story. Ottima l’ambientazione, che nasce dal contrasto tra una Berlino underground in continua evoluzione socio culturale a e le vicende dei personaggi che ricordano molto i tempi della guerra fredda: cacce all’uomo alla vecchia maniera senza un grande uso della tecnologia.  Ben scritti anche i dialoghi, mai banali, riescono pure a strappare qualche risata.
Promosso su tutta la linea questo pilot! Berlin Station ha tutte le carte in regola per diventare una buona serie, di quelle che si distinguono dalla massa. E personalmente, di tutte le nuove proposte televisive di quest’anno, dopo Westworld, questa è la serie che più mi ha convinto.

Voto 8

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