sabato 15 ottobre 2016

Westworld 1x01 The Original (series premiere) - La Recensione



Arriva finalmente Westworld la serie più attesa degli ultimi anni. Ispirata all'omonimo film del 1973 di Michael Crichton la creatura di Jonathan Nolan e Lisa Joy, è il prodotto di punta della nuova gestione HBO nel progetto di rilancio della rete del lusso televisivo.

Dopo Twin Peaks 3,Westworld era la serie che più attendevo! E molto spesso quando si attende una serie per cosi tanto tempo la delusione è sempre dietro l’angolo, perché inevitabilmente per un progetto cosi grande, attorno al quale si crea un’aura quasi reverenziale, si finisce per avere delle sovra-aspettative. Ecco, io su Westworld avevo delle sovra-aspettative, ma questo è stato uno di quei rari casi in le tante (tantissime) vengono ripagate! Westworld mantiene le tante promesse fatte in questi due lunghi anni d’attesa! Si, ancora è presto per le sentenze, per gridare al capolavoro, ma la cosa certa è, che questo pilot rimarrà nella storia della buona serialità, perché fatto dannatamente bene! Come se ne vedono pochi.

Westworld è un parco a tema western, popolato interamente da androidi, costruiti in modo da sembrare esseri umani a tutti gli effetti. I visitatori del parco (gli umani) pagando il (costoso) biglietto di ingesso posso fare qualsiasi cosa vogliono agli androidi, senza nessuna conseguenza. Il team di sviluppo e gestione del parco, diretto dal dottor Robert Ford (Anthony Hopkins) cerca continuamente di migliorare le attrazioni (gli androidi) rendendoli sempre più simili all’essere umano. Ma dopo l’ultimo aggiornamento alcuni androidi cominciano a comportarsi in modo anomalo, e cominciano a mettere in dubbio la loro natura e la realtà del loro mondo.

La tecnica di realizzazione è veramente notevole. Difficile vedere attualmente qualcosa di fatto meglio: regia, montaggi, fotografia tutto a puntino, curati anche i minimi dettagli, come le mosche... Però, nonostante gli standard alti, c'è ampio margine di miglioramento. Perché si, come ho detto è difficile trovare prodotti fatti meglio, ma non impossibile, soprattutto in casa HBO: Carnivàle, Boardwalk Empire o il recente The Night Of lo possono testimoniare.
Ecco, spesso ho letto che la produzione ha subito rallentamenti, e problemi di varia natura, soprattutto a causa della mania di controllo di Nolan - che so da fonti certe e certificate che è bravissimo alla scenggiatura, ma alle prime armi alla regia - fossi stata io al suo posto, dall'alto della mia esperienza di telespettatrice consumata, la direzione del pilot di una produzione cosi ambiziosa, giusto solo il pilot, l'avrei data, come hanno fatto per GoT e altri progetti importanti, al regista di fiducia (e di grande esperienza) dell'HBO: Van Patten che sappiamo essere una garanzia.
Ma anche cosi, poco male, perché la qualità tecnica è alta, e pure se Nolan – alle prime esperienze alla regia – non è David Lynch o Tim Van Patten, ha fatto un buon lavoro: la regia è pulita, composta e funzionale, pecca solo di poca genialità. Manca completamente, fatta qualche piccola eccezione, di acuti. Ma, va bene cosi, questo alla fine è solo il punto di partenza, di tempo per crescere ce ne.

E della messa in scena, quello che più mi è piaciuto sono state: le colonne sonore,grandi pezzi musicali riproposte in versione western, che non saranno il massimo dell’originalità, ma funzionano ottimamente, incastrandosi perfettamente nel mosaico che da ha dato vita a questo pilot. Ancor di più mi sono piaciute, e mi hanno letteralmente conquistata, le ambientazioni e i paesaggi: a fare da tela all’intricata storia che Nolan vuole raccontarci una polverosa città di frontiera dove tutto e concesso, e le sterminate e incontaminate praterie dell’intramontabile ovest americano. Di grande impatto visivo la sigla.

Il cast è una garanzia. Con questi nomi si potrebbe girare un film colossale. Bravi tutti quanti, nessuno escluso. Personalmente ho apprezzato molto le interpretazioni di Evan Rachel Wood e Anthony Hopkins, che pure senza un importante screen time ha lasciato già il segno. E anche i loro personaggi, insieme a al misterioso cowboy interpretato da Ed Harris, sono quelli più affascinanti e magnetici per ora. Il ruolo di Dolores è chiaro, è la potente scena finale ha fugato ogni dubbio. Il misterioso cowboy, per ora invece è l’incognita, il pezzo da incastrare, il personaggio su cui più teorizzare. Il dottor Robert Ford (Anthony Hokpins) è quello più affascinante, già definito il suo ruolo, ma criptica e avvolta dal mistero la sua personalità.

Per quanto riguarda la storia invece, eviterò paragoni con i film, perché è chiaro che più che un remake, questa serie vuole essere una rivisitazione, o meglio un’espansione dell’opera originale. Vuole utilizzare il film come una sorta di trampolino per affrontare in modo approfondito le tante tematiche che derivano dall’opera originale. La trama è sicuramente ben intricata e complessa, richiede un po’ d’attenzione, o meglio, una visione attiva (e ci mancherebbe!) ma la chiave di lettura non è per nulla fuori portata. Tutt’altro, il plot centrale è chiaro, e intuibili sono le varie trame secondarie che animeranno ogni angolo e ogni personaggio di Westworld. E riuscendo ad intuire quale direzione la serie voglia prendere (o si potrebbe dire ha già preso) dico che ha un potenziale enorme, che va oltre una buona storia di intrattenimento. Si, nulla di nuovo, ma questo lo si sapeva già. Dal momento in cui è stata ordinata a serie le tematiche di Westworld sono diventate materia nota, ma qui più che il cosa è il come che conta. Perché se le tematiche sono state ampiamente trattate, soprattutto nelle produzioni cinematografiche, questo non sminuisce la qualità dei contenuti. Si, rappresenta la vera sfida della serie, ma nutro grande fiducia sul fatto che Westworld riuscirà a trovare la propria identità, e a dare un tono personale alla sua storia. E andando a trattare con piglio filosofico esistenziale, argomenti di grande spessore come: la presa di coscienza delle macchine, che potrebbe portare anche a mettere in dubbio l’unicità della vita umana e la natura stessa dei sentimenti e delle emozioni, il controllo che diventa tirannia, e non per ultima, quella che mi pare un tematica tanto cara a Nolan: le  ripercussioni delle IA autonome,  può rivelarsi una fonte preziosa di ottimi spunti di riflessione. Io dico che c'è il potenziale per una storia importante e dalle molteplici sfumature, e che ci sia materiale per realizzare non una stagione, ma almeno cinque.

VERDETTO

Westworld era sicuramente la serie più attesa degli ultimi anni, e ha fatto il suo ingresso nel mondo della serialità televisiva nel migliore dei modi. Un pilot convincente, realizzato in modo impeccabile, che funziona alla perfezione: introduce i personaggi, introduce le dinamiche, riuscendo fin da subito a fare interessare alla storia, generando un grandissimo hype per il prosieguo. La partenza è stata delle migliori, e c’è un potenziale enorme. Siamo all’inizio di una serie che ha tutte le carte in regola per potere entrare nell’olimpo delle grandi HBO.

Voto 9

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