Arriva finalmente Westworld la serie più attesa degli ultimi anni. Ispirata all'omonimo film del 1973 di Michael Crichton la creatura di Jonathan Nolan e Lisa Joy, è il prodotto di punta della nuova gestione HBO nel progetto di rilancio della rete del lusso televisivo.
Dopo Twin Peaks
3,Westworld era la serie che più attendevo! E molto spesso quando si attende
una serie per cosi tanto tempo la delusione è sempre dietro l’angolo, perché
inevitabilmente per un progetto cosi grande, attorno al quale si crea un’aura
quasi reverenziale, si finisce per avere delle sovra-aspettative. Ecco, io su
Westworld avevo delle sovra-aspettative, ma questo è stato uno di quei rari
casi in le tante (tantissime) vengono ripagate! Westworld mantiene le tante
promesse fatte in questi due lunghi anni d’attesa! Si, ancora è presto per le
sentenze, per gridare al capolavoro, ma la cosa certa è, che questo pilot
rimarrà nella storia della buona serialità, perché fatto dannatamente bene!
Come se ne vedono pochi.
Westworld
è un parco a tema western, popolato interamente da androidi, costruiti in modo
da sembrare esseri umani a tutti gli effetti. I visitatori del parco (gli
umani) pagando il (costoso) biglietto di ingesso posso fare qualsiasi cosa
vogliono agli androidi, senza nessuna conseguenza. Il team di sviluppo e
gestione del parco, diretto dal dottor Robert Ford (Anthony Hopkins) cerca
continuamente di migliorare le attrazioni (gli androidi) rendendoli sempre più
simili all’essere umano. Ma dopo l’ultimo aggiornamento alcuni androidi
cominciano a comportarsi in modo anomalo, e cominciano a mettere in dubbio la
loro natura e la realtà del loro mondo.

Ecco, spesso ho letto che
la produzione ha subito rallentamenti, e problemi di varia natura, soprattutto
a causa della mania di controllo di Nolan - che so da fonti certe e certificate
che è bravissimo alla scenggiatura, ma alle prime armi alla regia - fossi stata
io al suo posto, dall'alto della mia esperienza di telespettatrice consumata, la
direzione del pilot di una produzione cosi ambiziosa, giusto solo il pilot,
l'avrei data, come hanno fatto per GoT e altri progetti importanti, al regista
di fiducia (e di grande esperienza) dell'HBO: Van Patten che sappiamo essere una garanzia.
Ma anche cosi, poco
male, perché la qualità tecnica è alta, e pure se Nolan – alle prime esperienze
alla regia – non è David Lynch o Tim Van Patten, ha fatto un buon lavoro: la
regia è pulita, composta e funzionale, pecca solo di poca genialità. Manca
completamente, fatta qualche piccola eccezione, di acuti. Ma, va bene cosi,
questo alla fine è solo il punto di partenza, di tempo per crescere ce ne.
E della messa in
scena, quello che più mi è piaciuto sono state: le colonne sonore,grandi pezzi
musicali riproposte in versione western, che non saranno il massimo
dell’originalità, ma funzionano ottimamente, incastrandosi perfettamente nel
mosaico che da ha dato vita a questo pilot. Ancor di più mi sono piaciute, e mi
hanno letteralmente conquistata, le ambientazioni e i paesaggi: a fare da tela
all’intricata storia che Nolan vuole raccontarci una polverosa città di
frontiera dove tutto e concesso, e le sterminate e incontaminate praterie
dell’intramontabile ovest americano. Di grande impatto visivo la sigla.
Il cast è una
garanzia. Con questi nomi si potrebbe girare un film colossale. Bravi tutti
quanti, nessuno escluso. Personalmente ho apprezzato molto le interpretazioni
di Evan Rachel Wood e Anthony Hopkins, che pure senza un importante screen time
ha lasciato già il segno. E anche i loro personaggi, insieme a al misterioso
cowboy interpretato da Ed Harris, sono quelli più affascinanti e magnetici per
ora. Il ruolo di Dolores è chiaro, è la potente scena finale ha fugato ogni
dubbio. Il misterioso cowboy, per ora invece è l’incognita, il pezzo da
incastrare, il personaggio su cui più teorizzare. Il dottor Robert Ford
(Anthony Hokpins) è quello più affascinante, già definito il suo ruolo, ma
criptica e avvolta dal mistero la sua personalità.
Per quanto riguarda la
storia invece, eviterò paragoni con i film, perché è chiaro che più che un
remake, questa serie vuole essere una rivisitazione, o meglio un’espansione
dell’opera originale. Vuole utilizzare il film come una sorta di trampolino per
affrontare in modo approfondito le tante tematiche che derivano dall’opera
originale. La trama è sicuramente ben intricata e complessa, richiede un po’
d’attenzione, o meglio, una visione attiva (e ci mancherebbe!) ma la chiave di
lettura non è per nulla fuori portata. Tutt’altro, il plot centrale è chiaro, e
intuibili sono le varie trame secondarie che animeranno ogni angolo e ogni
personaggio di Westworld. E riuscendo ad intuire quale direzione la serie
voglia prendere (o si potrebbe dire ha già preso) dico che ha un potenziale
enorme, che va oltre una buona storia di intrattenimento. Si, nulla di nuovo,
ma questo lo si sapeva già. Dal momento in cui è stata ordinata a serie le
tematiche di Westworld sono diventate materia nota, ma qui più che il cosa è il
come che conta. Perché se le tematiche sono state ampiamente trattate,
soprattutto nelle produzioni cinematografiche, questo non sminuisce la qualità
dei contenuti. Si, rappresenta la vera sfida della serie, ma nutro grande
fiducia sul fatto che Westworld riuscirà a trovare la propria identità, e a
dare un tono personale alla sua storia. E andando a trattare con piglio
filosofico esistenziale, argomenti di grande spessore come: la presa di
coscienza delle macchine, che potrebbe portare anche a mettere in dubbio
l’unicità della vita umana e la natura stessa dei sentimenti e delle emozioni,
il controllo che diventa tirannia, e non per ultima, quella che mi pare un tematica
tanto cara a Nolan: le ripercussioni
delle IA autonome, può rivelarsi una
fonte preziosa di ottimi spunti di riflessione. Io dico che c'è il potenziale
per una storia importante e dalle molteplici sfumature, e che ci sia materiale per
realizzare non una stagione, ma almeno cinque.
Westworld era
sicuramente la serie più attesa degli ultimi anni, e ha fatto il suo ingresso
nel mondo della serialità televisiva nel migliore dei modi. Un pilot
convincente, realizzato in modo impeccabile, che funziona alla perfezione:
introduce i personaggi, introduce le dinamiche, riuscendo fin da subito a fare
interessare alla storia, generando un grandissimo hype per il prosieguo. La
partenza è stata delle migliori, e c’è un potenziale enorme. Siamo all’inizio
di una serie che ha tutte le carte in regola per potere entrare nell’olimpo
delle grandi HBO.
Voto 9
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