sabato 15 ottobre 2016

Jonathan Strange & Mr Norrell - La Rencesione



Jomathan Strange & Me Norrell rappresenta una modo diverso di raccontare di magia e fantasy in generale. Una miniserie che con la sua magia, che sta soprattutto nelle atmosfere, nelle ambientazioni e nei magnifici personaggi,  mi ha letteralmente stregata.

La miniserie è la trasposizione (a cura della BBC) del omonimo romanzo di Susanna Clarke, che però io non ho mai letto, e quindi ogni episodio per me è stato una grande e magica sorpresa.
La storia è ambientata nell’Inghilterra di inizio ‘800, con l’Europa continentale e le guerre napoleoniche a fare da sfondo. Come ci si aspetta da una produzione UK, la qualità tecnica è altissima: la riproduzione delle ambientazioni, le scenografie interne, i costumi, sono curati fin nei minimi dettagli, al punto ché per tutta la durata della miniserie sembra di vivere e respirare la stessa atmosfera dei personaggi. Ottima anche la qualità della CGI con la quale sono stati creati effetti speciali di grandissimo impatto e per nulla goffi. Impeccabili i due attori protagonisti Eddie Marsan (Gilbert Norrell) e Bertie Carvell (Jonathan Strange), ma l’intero cast ha dato un’ottime prestazioni: Enzo Cilenti ha interpretato perfettamente il personaggio magnetico e indimenticabile di John Childermass (il tenebroso assistente di Mr Norrell), Marc Werren ha dato vita ad un antagonista affascinante e carismatico, al quale va parte del merito del successo della miniserie.  Altrettanto ottime sono state le prestazioni di Alice Englert nei panni della dannata Lady Pole, Paul Kaye (Thoros di Myr in GoT) nei panni del delirante e surreale Vinculus, e di tutti gli altri.

Ma Jonathan Strange & Mr Norrell non è solo un buon confezionamento e buoni attori, la grande qualità tecnica è coadiuvata alla perfezione da una storia interessante, intensa e ricca di emozioni, che riesce anche ad offrire qualche spunto di riflessione importante. Come i personaggi non sono solo ben interpretati, ma anche ottimamente caratterizzati e sfaccettati. E ho particolarmente apprezzato lo stile con il quale questa miniserie ha caratterizzato il mondo magico. Uno stile fatto di sfumature surreali, tanto simbolismo e tanti richiami esoterici, e a tratti mi ha ricordato Twin Peaks.

Altro elemento, che caratterizza la serie e che ho apprezzato molto, è la riproposizione di un’Inghilterra che differisce da quella reale solo perché la magia è vera, fa parte del vivere quotidiano, e viene vista come una risorsa, pericolosa si, ma da sfruttare. E per questo la storia riesce ad incastrare perfettamente la componente storica e la competente fantasy. Si vengono a creare situazioni oltremodo affascinanti, come l’esercito Inglese che respinge le truppe napoleoniche servendosi della magia. E proprio inserendo la magia nel nostro mondo (o per esser precisi nel mondo per come era agli inizi dell’ottocento) si è potuta creare questa storia complessa, caratterizzata da estremismi, bigottismo, vecchio e nuovo che scontrano, che può essere il riflesso di un qualcosa senza tempo e senza genere. Perché i  personaggi di Jonathan Strange e Gilbert Norrell sono i riflessi perfetti sia del fallimento che del successo umano. Simili e allo stesso tempo contrapposti: Jonathan Strange è l’allievo ambizioso, che non si accontenta e vuole andare oltre i confini della mappa, e scoprire più cose possibili. Gilbert Norrell, il grande illuminato, la cui conoscenza e sapienza è superiore a quella di chiunque altro, ma proprio conoscenza e sapienza lo rendono timoroso, alle volte quasi ottuso, e paradossalmente lo portano a cercare di ingabbiare il mondo stesso e a rinnegare, per paura e convenienza, pure se stesso.
Ed è inevitabile che persone cosi diverse – pur essendo gli unici maghi pratici in tutta l’Inghilterra – si scontrino,e finiscano per diventare i due volti della stessa moneta. Ed è proprio dal rapporto complicato tra Norrell e Strange che  si dipana l’intera storia. Una storia fatta di tradimenti, guerre, e tante sofferenze, alla fine della quale però, i protagonisti, anche se a caro prezzo, riescono a trovare la strada giusta, e superando le loro differenze fanno quello che ci si aspetta che dei buoni maghi facciano: salvano il mondo, salvano gli innocenti. E il modo in cui la storia si conclude mi piace pensare che sia anche la metafora per un messaggio, che va oltre la magia, oltre la serie, oltre la tv, e che vuole essere quasi un consiglio: l’equilibrio, per quanto difficile da raggiungere, è indispensabile, e che la verità non può essere ritrovata negli estremismi.

Ma, oltre agli spunti di riflessioni, ho trovato il finale narrativamente ottimo! Ha quel sapore agrodolce che rende una conclusione perfetta e indimenticabile. Porta Mr  Norrell a riscattarsi, e porta ogni personaggio alla sua destinazione, chiude la storia in modo più che soddisfacente però senza sbattere la porta, lasciando così anche spazio alla fantasia, e alla possibilità di vedere un giorno un prosieguo della storia.  

VERDETTO

Bellissima! Come ho detto, non ho mai letto il libro dal quale è tratta la storia, ma posso dire che questa è una delle storie fantasy più originali e sfaccettate che abbia mai visto. Portata sullo schermo in modo impeccabile,  Jonathan Strange & Mr Norrell è una serie ottima sotto tutti i punti di vista: un cast eccezionale e una qualità altissima, caratterizzata da una cura tecnica maniacale che rende ogni episodio una gioia per gli occhi. La trama interessante e avvolgente fin dai primi momenti, si rivelata un crescendo continuo di intensità ed emozioni, che conlude in un finale, che oltre ad avere una grande forza emotiva, è narrativamente ottimo. Come ottimi sono anche i personaggi che danno vita alla storia: ben caratterizzati, ben portati sullo schermo, e tutti con qualcosa che li rende indimenticabili. Come indimenticabili sono le atmosfere e le ambientazioni: realtà storica e fantasy si fondono creando un mondo magico e al quale è difficile dire addio.

voto 8,5

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