Jomathan
Strange & Me Norrell rappresenta
una modo diverso di raccontare di magia e fantasy in generale. Una miniserie
che con la sua magia, che sta soprattutto nelle atmosfere, nelle ambientazioni
e nei magnifici personaggi, mi ha letteralmente
stregata.
La miniserie è la
trasposizione (a cura della BBC) del omonimo romanzo di Susanna Clarke, che però io non ho mai letto, e quindi ogni
episodio per me è stato una grande e magica sorpresa.
La storia è ambientata nell’Inghilterra
di inizio ‘800, con l’Europa continentale e le guerre napoleoniche a fare da sfondo.
Come ci si aspetta da una produzione UK, la qualità tecnica è altissima: la
riproduzione delle ambientazioni, le scenografie interne, i costumi, sono
curati fin nei minimi dettagli, al punto ché per tutta la durata della
miniserie sembra di vivere e respirare la stessa atmosfera dei personaggi.
Ottima anche la qualità della CGI con la quale sono stati creati effetti speciali
di grandissimo impatto e per nulla goffi. Impeccabili i due attori protagonisti
Eddie
Marsan (Gilbert Norrell) e Bertie
Carvell (Jonathan Strange),
ma l’intero cast ha dato un’ottime prestazioni: Enzo Cilenti ha interpretato perfettamente il personaggio magnetico
e indimenticabile di John Childermass
(il tenebroso assistente di Mr Norrell), Marc
Werren ha dato vita ad un antagonista affascinante e carismatico, al quale
va parte del merito del successo della miniserie. Altrettanto ottime sono state le prestazioni
di Alice Englert nei panni della
dannata Lady Pole, Paul
Kaye (Thoros di Myr in GoT) nei
panni del delirante e surreale Vinculus,
e di tutti gli altri.
Ma Jonathan
Strange & Mr Norrell non è solo un buon confezionamento e buoni
attori, la grande qualità tecnica è coadiuvata alla perfezione da una storia
interessante, intensa e ricca di emozioni, che riesce anche ad offrire qualche
spunto di riflessione importante. Come i personaggi non sono solo ben
interpretati, ma anche ottimamente caratterizzati e sfaccettati. E ho
particolarmente apprezzato lo stile con il quale questa miniserie ha
caratterizzato il mondo magico. Uno stile fatto di sfumature surreali, tanto
simbolismo e tanti richiami esoterici, e a tratti mi ha ricordato Twin Peaks.
Altro elemento, che
caratterizza la serie e che ho apprezzato molto, è la riproposizione di un’Inghilterra
che differisce da quella reale solo perché la magia è vera, fa parte del vivere
quotidiano, e viene vista come una risorsa, pericolosa si, ma da sfruttare. E
per questo la storia riesce ad incastrare perfettamente la componente storica e
la competente fantasy. Si vengono a creare situazioni oltremodo affascinanti,
come l’esercito Inglese che respinge le truppe napoleoniche servendosi della
magia. E proprio inserendo la magia nel nostro mondo (o per esser precisi nel
mondo per come era agli inizi dell’ottocento) si è potuta creare questa storia
complessa, caratterizzata da estremismi, bigottismo, vecchio e nuovo che
scontrano, che può essere il riflesso di
un qualcosa senza tempo e senza genere. Perché i personaggi di Jonathan Strange e Gilbert
Norrell sono i riflessi perfetti sia del fallimento che del successo umano.
Simili e allo stesso tempo contrapposti: Jonathan Strange è l’allievo
ambizioso, che non si accontenta e vuole andare oltre i confini della mappa, e
scoprire più cose possibili. Gilbert Norrell, il grande illuminato, la cui conoscenza
e sapienza è superiore a quella di chiunque altro, ma proprio conoscenza e
sapienza lo rendono timoroso, alle volte quasi ottuso, e paradossalmente lo
portano a cercare di ingabbiare il mondo stesso e a rinnegare, per paura e
convenienza, pure se stesso.
Ed è inevitabile che
persone cosi diverse – pur essendo gli unici maghi pratici in tutta l’Inghilterra
– si scontrino,e finiscano per diventare i due volti della stessa moneta. Ed è
proprio dal rapporto complicato tra Norrell e Strange che si dipana l’intera storia. Una storia fatta di
tradimenti, guerre, e tante sofferenze, alla fine della quale però, i
protagonisti, anche se a caro prezzo, riescono a trovare la strada giusta, e
superando le loro differenze fanno quello che ci si aspetta che dei buoni maghi
facciano: salvano il mondo, salvano gli innocenti. E il modo in cui la storia
si conclude mi piace pensare che sia anche la metafora per un messaggio, che va
oltre la magia, oltre la serie, oltre la tv, e che vuole essere quasi un
consiglio: l’equilibrio, per quanto difficile da raggiungere, è indispensabile,
e che la verità non può essere ritrovata negli estremismi.

VERDETTO
Bellissima! Come ho
detto, non ho mai letto il libro dal quale è tratta la storia, ma posso dire
che questa è una delle storie fantasy più originali e sfaccettate che abbia mai
visto. Portata sullo schermo in modo impeccabile, Jonathan Strange & Mr Norrell è
una serie ottima sotto tutti i punti di vista: un cast eccezionale e una
qualità altissima, caratterizzata da una cura tecnica maniacale che rende ogni
episodio una gioia per gli occhi. La trama interessante e avvolgente fin dai
primi momenti, si rivelata un crescendo continuo di intensità ed emozioni, che
conlude in un finale, che oltre ad avere una grande forza emotiva, è
narrativamente ottimo. Come ottimi sono anche i personaggi che danno vita alla
storia: ben caratterizzati, ben portati sullo schermo, e tutti con qualcosa che
li rende indimenticabili. Come indimenticabili sono le atmosfere e le ambientazioni:
realtà storica e fantasy si fondono creando un mondo magico e al quale è
difficile dire addio.
voto 8,5
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