giovedì 13 ottobre 2016

Recensione: The Magicians 1x01 - Pilot



The Magicians, una serie che mi incuriosiva da tempo. Nella mia mente, per quel poco che ne sapevo, la immaginavo come la versione over 18 di Harry Potter, e con una considerevole componente di trash.

Visto il pilot, dico: Si! C’è tanto Harry Potter, e anche una spruzzata di Narnia. Però, almeno per ora, il rischio di sembrare una copia passo passo della storia della Rowling è scongiurato. Pur mostrando una struttura di base simile (maghi e non maghi, mondo magico contrapposto al mondo reale, le persone normali ignorano l’esistenza dei maghi...) il tutto viene affrontato con piglio più adulto, più trasgressivo e a tratti più realistico e moderno, rendendo così la storia nel complesso interessante e anche molto divertente, oltre a mostrare la serie decisa a trovare una propria identità.

 La storia è interessante e ha un certo appeal, però fin da subito mostra le sue lacune: prima fra tutte la caratterizzazione dei personaggi, fatti di tanti stereotipi o idee già viste, come il protagonista, Quentin, che è il “solito” ragazzo sfigato, che giunto il momento di diventare uomo non ha la più pallida idea di cosa voglia fare o di quale sia il suo posto nel mondo. Scontate sono anche le dinamiche, che si baso molto su eventi fortuiti, e si concludo con soluzioni da manuale, come ad esempio Quentin, che in sole ventiquattrore scopre di essere un mago, e fa della magia la sua unica ragione di vita, e si lega a Brakebills –l’università della magia, situata in una zona ancora non ben definita a nord di New York – in modo viscerale. O ancor più scontata, per non dire banale, il percorso di Juliet, migliore amica di Quentin, che per tutta la vita a ignorato l’esistenza della magia (e neppure le importava) ma una volta scoperto di essere una potenziale Magicians come Quentin fa della magia ragione e scopo di vita. Ma lei, al contrario dell’amico non riesce a superare i test di ammissioni - le cose a Brakebills si fanno con serietà eh! Per poter accedere ai corsi si devono sostenere una serie test teorici e pratici, e a chi fallisce viene cancellato il ricordo del mondo magico – e cerca di entrare per vie traverse nel mondo magico, e diventando così una potenziale antagonista.

Ma non solo Quentin e Juliet, in questo pilot tutti i personaggi percorrono la strada del cliché e del luogo comune. Perché neppure nel mondo magico mancano i tamarri, i secchioni e i coglioni. Tra tutti i personaggi quella che ha attirato di più la mia attenzione è Alice Quin: una bella biondina occhialuta, geniale e prodigiosa  ma anche molto riservata e timida, che sembra, un po’ troppo forse, la copia di Hermione Granger, e con buona probabilità stringerà uno stretto legame – amicizia o amore? – con il protagonista (la prevedibilità della storia!). Ron invece è stato escluso! Al suo posto abbiamo Penny, che sia nell’aspetto che nel parlare tramite rantoli può essere definito la quinta essenza del mago tamarro! Gli altri ancora è presto per esprimere un opinione, però ad una prima impressione, i personaggi che popolano il magico mondo di Brakebills sembrano usciti dalla fusione di tanti teen drama e comedy.

Cosa che non mi aspettavo, e mi ha sorpreso piacevolmente, aumentando il mio interesse per il prosieguo è l’introduzione, nei minuti finale, del cattivo. Lo ammetto, avevo poca fiducia, e mi aspettavo una copia pop di Voldemort, ma non è stato così. E’ un misterioso personaggio - del quale pure se apparso fisicamente non si conosce il volto, perché avvolto da uno sciame orbitante di falene - che giunge, pare, da un altro mondo o un’altra dimensione magica. Un po’ meno originale invece è il suo obiettivo: Quentin, che sembra il prescelto/predestinato di un qualcosa di ancora indefinito ma importante e fondamentale. Ecco prescelti e predestinati nella narrativa hanno rotto le scatole da tanto tempo ormai. Comunque, l’apparizione dell’antagonista – che ha anche un breve duello magico con il direttore di Brakebills, uccidendolo a quanto pare (ma io non lo darei per certo, si sa la resurrezione in serie simili è sempre in agguato) -  ha dato una chiusura ad effetto all’episodio e generato anche ulteriore curiosità.

In conclusione, The Magicians è una serie strana, ma, a suo modo, interessante. Dimostra fin da subito di avere non poche lacune: nella trama, nella caratterizzazione dei personaggi, nella qualità recitativa del cast. La narrazione è stata molto veloce, a tratti caotica. E soprattutto si ha l’impressione che i personaggi  vengano sbattuti a forza dentro gli eventi, e non ci arrivino tramite un percorso che abbia una parvenza di logica, e per questo tante situazioni appaiono forzate, inserite unicamente per necessita di trama.
Di positivo c’è la leggerezza con la quale la serie si propone,ed è anche  molto accattivante. Poi il tentativo di fondere vita reale e magia, nonostante a tratti sembri la nuova frontiera dei teen-drama, è riuscito e può portare a situazioni molto interessanti e curiose. La cosa che invece non mi attrae per nulla, è l’ennesima riproposizione della solita solfa fatta di destino e prescelti, che sembra una scelta inevitabile quando si racconta una storia sulla magia o sul fantasy in generale.

VERDETTO

Strano, confuso, non eccezionale, di sicuro non è il miglior pilot che abbia mai visto, però lascia il segno. Incuriosisce, contiene delle trovate interessanti. E il mescolare richiami continui a Harry Potter e al mondo fantasy in generale, con la vita quotidiana di giovani studenti universitari crea le basi per qualcosa di interessante, e di originale nel mondo seriale (il sesso magico, le droghe magiche... erano cose che ancora mi mancavano). Sono proprio curiosa di vedere dove andranno a parare...

voto 6,5

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