mercoledì 26 ottobre 2016

Wynonna Earp 1 - La recensione della prima stagione



La serie mantiene la leggerezza (e anche la qualità) vista nel pilot, però la storia diventa sorprendentemente sempre più interessante, e gli episodi, grazie anche ad una forte componente comica, scorrono che è un piacere.

Che non fosse una produzione eccellente si era capito fin dal primo episodio, però mi ha piacevolmente sorpresa e convinta, anche perché non avevo nessuna pretesa. E pur mantenendo un stile tamarro al limite del trash, con splatter alle volte di bassa lega, intrattiene e alla fine anche la storia ha un suo perché. E’ intrigante, e pur perdendosi in ramee secondarie inutili e deboli, riesce a coinvolgere e convincere, grazie anche a dei plot twist veramente inaspettati.
La narrazione non è il massimo: spesso caotica e approssimativa, come approssimativi e dalla caratterizzazione superficiale sono anche i personaggi: la stessa Wynonna (la protagonista) risulta quasi sempre bidimensionale o al massimo bipolare, però piace! Sgargiante, sexy, tamarra, impossibile non amarla. Come in generale impossibile non provare simpatia per la quasi totalità dei personaggi principali, compreso l’antagonista, ma su tutti, sicuramente  svetta Doc Holliday, al limite della macchietta, regala momenti veramente epici e divertenti, e forse tra tutti gli attori , Tim Rozon è quello che ha fatto il lavoro migliore.

La narrativa, come dicevo, e la qualità della scrittura non sono il massimo, e spesso mettono in luce una sceneggiatura rozza e poco curata, che basa gran parte della riuscita sulla richiesta di un’alta sospensione dell’incredulità da parte dello spettatore, che permetta di soprassedere alle tante mancanze di trama, e alle regole narrative interne che cambiano di caso in caso. Il racconto ha un ritmo abbastanza sostenuto, il che rende gli episodi godibili e per nulla pesanti, però spesso le situazioni vengono affrontate e gestite frettolosamente, finendo inevitabilmente per generare forzature e paradossi. Ma nel complesso la storia è affascinante, e sviluppandosi riesce ad acquisire un tono serio quanto basta per generare quel minimo di tensione che per serie simili (horror/fantasy) è essenziale. E giunge alla fine con una conclusione interessante che mischia completamente le carte in tavola, generando l’hype sufficiente a mantenere vivo l’interesse per la serie nell’attesa della seconda stagione.

La cosa che funzione perfettamente è il lato comedy, al punto che spesso sembra quasi una dramedy grottesca. E questo contribuisce più di ogni altra cosa a rendere gli episodi leggeri al punto che si possono maratonare senza stancarsi.  E anche i dialoghi, che pur non essendo di grande fattura, contengono degli scambi e delle frasi veramente esilaranti. Indimenticabili sono le sparate, spesso al limite del demenziale di Wynonna, o le perle di Doc Hollyday che fatto letteralmente ribaltare dalle risate.
E a contribuire a questa atmosfera generale di gradevole leggerezza sono le tante trovate tamarre: giravolte, colpi di pistola dalla precisione millimetrica, splatter gratuito e tutte quelle altre cose che in un altro contesto risulterebbero spazzatura, qui riescono ad armonizzarsi al tono generale della serie, diventandone un tratto caratteristico.

E per lo stesso identico motivo, perché perfettamente armonizzati al contesto generale di una serie che non si prende tanto sul serio, funzionano i personaggi principali: Wynonna l’ho già detto, non ha un grande spessore, e le occasione per darle un background e una credibilità drammatica sono state miseramente sprecate, però funziona lo stesso, e Melanie Scrofano(l'attrice), è riuscita perfettamente a calarsi nella parte, e ha mostrato il magnetismo necessario per reggere il ruolo di protagonista. Discorso analogo lo si può fare per Waverly (la mia preferita assieme a Doc), però lei forse tra tutti è quella con il background più credibile, e con la personalità più sfumata. Doc Hollyday è evidentemente il personaggio sul quale gli autori hanno puntato più di ogni altro per affascinare il pubblico, perché è chiaro che neppure con lui ci troviamo davanti una caratterizzazione complessa o chissà cosa, però è il personaggio tenebroso e misterioso, inevitabilmente ambiguo, per il quale si prova interesse, e si finisce per fare il tifo. L’ultimo componente che forma il quartetto dei buoni è l’agente Dolls, completamente granitico, risulta alla fine lo stereotipo del personaggio che voleva essere, ed è forse quello meno riuscito e interessante della storia. Ha funzionato bene invece l’antagonista, già dal nome curioso Bobo Del Ray è quel tipo di personaggio che alla fine speri che si salvi e che in qualche modo passi dalla parte dei “buoni”, e per questo quando viene rispedito all’inferno ci resti male.

Divertenti e piacevoli sono stati anche i numerosi richiami e omaggi a Breaking Bad. Su tutti il “Say my name” di Wynonna, o il richiamo al famoso montaggio di scena che dall’inquadratura del sangue passa all’inquadratura del ketchup, però questa volta al fast food a mangiare hamburger e patatine non c’erano Walter e Jesse, ma Wynonna e Waverly.

VERDETTO

Una serie leggera e con poco pretese, che non brilla per nulla in particolare, ma nel complesso, grazie ai personaggi simpatici e sgargianti, la storia che alla fine riesce a trovare una quadratura e anche un perché, e al lato divertente onnipresente e ben sfruttato, funziona! E il finale di questa prima stagione riesce perfettamente a centrare l’obiettivo: generare interesse per quella successiva, che vedrò certamente!

voto all’intera stagione 6,5

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