martedì 4 ottobre 2016

Recensione: Ray Donovan 4x12 - Rattus Rttus



Un’ora letteralmente volta! Questo finale di stagione mi è proprio piaciuto, ed è riuscito a mettere in ordine tutti i pezzi.

L’inizio onirico, con il sogno di Ray dalle sfumature  surreali e grottesche, con il delirante sermone di padre Romero mi è piaciuto, e alla fine si è rivelato una specie di sogno premonitore.

Finalmente si ritorna a trattare il tema della fede e di Dio, quasi come nella prima stagione. Perché è giusto ricordarlo, queste tematiche hanno supportato non solo l’inizio della storia, ma anche la caratterizzazione complessa di Ray. La discussione che ha con Avi in ospedale, sull'efficacia delle preghiere, Abs che attribuisce del miracoloso alla remissione del cancro, e a fare da contrappunto dall'altra parte, la discussione tra padre Romeroe e Ray <<ha chiamato me, non te o Dio.>>  Tornano a mostrarci un Ray per come è sempre stato: pratico, disilluso, cinico, e lo confermano le battute finali con Hector. Però nonostante questo, nel profondo, da sempre, ha bisogno di credere, o almeno che qualcuno lo faccia al posto suo. Spero vivamente che nella prossima stagione tornino a concentrarsi su queste tematiche e queste sfaccettature di Ray, perché, mi ripeto, queste sono le cose che nelle prime stagioni hanno caratterizzato al meglio il personaggio, rendendolo sfaccettato, paradossale, il buon diavolo che conosciamo e che apprezziamo.

Forse chi è stato sottotono nell’episodio è stato proprio Mickey. Per carità ha fatto la sua parte, e ci ha regalato pure qualche perla, ma forse il problema è che ci ha abituati troppo bene, e per questo mi aspettavo una maggiore incisività. Ma come ho detto, ci ha regalato delle vere perle, come il paragone quanto mai azzeccata tra lui è il cane di casa Donovan: ricorda me, veramente affettuoso, ma fa casini ovunque vada, oppure le trattative per vendere la sua collezione di porno vintage.  E proprio Mickey è stato la chiave di volta per sconfiggere i russi, anche se qui, come per il passato episodio, c’è stato un gioco di coincidenze sullo stile Breaking Bad, dove il pezzo giusto va al posto nel momento giusto, che personalmente non apprezzo tanto, e lo trovo un modo pigro per far quadrare le storie.
Ma Mickey è stato meno incisivo del solito pure perché anche lui, come tutti gli altri personaggi, sono stati offuscato da Ray, che ha monopolizzato la scena, e questo grazie soprattutto ad un’altra interpretazione magistrale da parte di Liev, che in questa stagione un po’ cosi per la serie, lui paradossalmente ha tirato fuori quelle che sono, forse, le sue migliori interpretazioni nei panni del fixer, dimostrando appieno che se è considerato uno dei migliori attori shakespeariani, non è un caso.

Fa e pure bene la sua parte anche Terry, che scoprendo di Ray che ricatta Hector, dopo uno scazzo legittimo, apprendendo come stanno le cose, della brutta situazione in cui si trova il fratello decide di aiutarlo, sacrificando i suoi progetti e le sue ambizioni per il bene della famiglia.
Non è mi piaciuta invece la gestione del personaggio di Sonia, che rischia di essere quasi un plot hole. Pompata all’inizio, sembrava l’antagonista da battere (merito anche dell’attrice che ha fatto un buono lavoro) invece poi si è rivelata solo una pedina, e alla fine, la sua morte – off screen – è servita solo a fungere da catalizzatore per la reazione di Ray. Il personaggio poteva essere usato meglio  (personalmente ho apprezzato molto l’attrice, e ho adorato il suo accento!)

Ottimi invece i venti minuti finali: un crescendo di emozioni e soddisfazioni. Emozioni perché vedere l’intera famiglia Donovan, allargata a Lena e Avi, unita per aiutare Ray è emozionante! Soddisfazioni perché è stata una vera goduria vedere Ray finalmente fare il fucking Ray! Come è stata una goduria vedere Avi prendersi, e con gli interessi, la sua vendetta!
Riflettendoci è stato un po’ troppo “facile” il modo in cui si sono sbarazzati dei russi, che all’apparenza sembravano invincibili, ma nel complesso si può accettare, proprio per il piacere di vedere un azione cosi corale da parte dei Donovan che hanno fatto fronte comune per il fixer.

VERDETTO

La stagione come ho detto più volte è partita in sordina. Alcuni episodi sono stati molto mosci, e alcune storie molto deboli - quella di Teresa e la depressione ad anni alterni e quella del cancro miracolato di Abs su tutte -  ma dopo metà stagione la serie si è ripresa, dando vita ad un crescendo ben orchestrato, dove i pezzi, che all'inizio sembravano di difficile incastro tra loro, sono andati tutti al posto giusto, senza eccessive forzature e senza lasciare buchi nella storia. E poi questa stagione segna dei punti importanti nella storia di Ray. Da una parte c’è l’evoluzione del suo rapporto con Mickey: sia loro due, sia il loro legame sono cambiati. E a fare da contrappunto a questo legame c’è un ulteriore involuzione di Ray, che sembra aver preso consapevolezza di ciò che è, rinunciando a cambiare, a tirare fuori il suo lato buono. Le battute finali con Hector lo confermano:  No, Hector non lo siamo. Non c'è niente di apposto in quelli come noi. Vai a casa. Ti chiamo quando mi servi. E questo è senza dubbio un ottimo punto di partenza per la prossima stagione, che spero torni a concentrarsi soprattutto sulla complessità dei personaggi e dei loro percorsi travagliati.

Voto 8,5

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